Welfare & Lavoro

Cercasi cuore, almeno artificiale

Un carcerato ci parla del prototipo di cuore artificiale che intende realizzare e delle difficoltà che sta incontrando

di Cristina Giudici

Sono un internato dell?Opg (Ospedale psichiatrico giudiziario) di Reggio Emilia dove faccio lo ?spesino?. In realtà non avrei bisogno di soldi perché la pensione di invalidità totale e permanente è largamente superiore ai miei bisogni. Credo di sapere come assemblare un cuore artificiale portatile; ho fatto domande a vari dottori di medicina, mi sono fatto fare i calcoli dal professor Cavalleri dell?Università cattolica di Milano, dove insegna fisica e matematica, e poi ho cercato di avviare un discorso col cappellano perché chiedesse a uno dei vescovi per i quali preghiamo ad ogni festa comandata di farmi pubblicare un annuncio su ?Famiglia Cristiana? e aiutarmi a racimolare i soldi per brevettarlo. Poi ho fatto domanda per entrare nell?ufficio spese ed è stata accolta. L?intenzione era quella di raggranellare i soldi sufficienti per mettre lo stesso annuncio sulla prima pagina in basso della Gazzetta dello sport del sabato. L?annuncio doveva suonare pressapoco così:«Datemi i soldi per questo cuore artificiale portatile e se questo aiuta un ex cardiopatico, due settimane dopo l?impianto, a battere il record mondiale del miglio su pista, riceverete 50 volte la somma che mi avete dato e il vostro nome passerà alla storia dello sport perché sarà pubblicato su questo giornale. Se invece non ci riesco non vi restituirò niente. Non pago interessi». Cercavo cioè un capitale a rischio. Ne parlai con un amico che viene a trovarmi mensilmente da Brescia e questi mi consigliò di costruire il prototipo e di farlo funzionare che allora i soldi mi sarebbero piovuti addosso, ma mi disse anche che non avrebbe aperto un conto corrente con me per evitare di prendersi una denuncia per truffa. Pazienza. Il costo del prototipo è alto, ci sono difficoltà tecniche e psicologiche. Questa invenzione potrebbe essere utile a 150mila italiani all?anno e costoro non mi sono affatto simpatici. Quando, dopo 18 anni all?estero cercai di tornare in Italia per sposarmi con una dottoressa di medicina di Brescia e nessuno mi dava lavoro, mi dissero che la situazione era difficile perchè c?erano due milioni e mezzo di miliardi di debito. Sembrava che i loro debiti li dovessi pagarli io. Così ora faccio lo spesino, ma cosa sto facendo in realtà e per chi? Neri Carrieri Opg di Reggio Emilia Caro signor Neri, ho avuto il suo brillante scritto grazie alla redazione di Effatà di Reggio Emilia. Il suo annuncio, come desiderava, è stato pubblicato. Purtroppo ho dovuto sorvolare sui dettagli tecnici per mancanza di spazio. Non posso esprimermi in relazione al suo progetto perché, premetto, non ci ho capito niente. In ogni caso ho sentito dire che il miglior sogno è quello mai realizzato. Mah! Spero che continui a scriverci e ci racconti come le vanno le cose nell?Opg di Reggio Emilia.


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