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Anagrafe: le parole vietate che violano pure la privacy

Un caso di privacy applicata ai certificati di stato di famiglia

di Redazione

Difensore civico: Maria Pia Castellani Comune: Gubbio Settore: Pubblica Amministrazione Caso: Certificazione di stato di famiglia e privacy La privacy dei cittadini si applica anche ai certificati di stato di famiglia. Espressioni come ?già coniugato? (per divorziati), ?figliastri? (per figli nati da precedenti unioni) o ?convivente? non possono essere usati dagli Uffici Anagrafe. Sono lesivi del diritto della persona alla riservatezza. Il caso, sollevato da Maria Pia Castellani, difensore civico di Gubbio, che racconta di aver ricevuto nei mesi scorsi molte lamentele di cittadini, da tempo divorziati, che si vedono apporre nel certificato (stato di famiglia, voce stato civile) la dicitura ?già coniugato?. Castellani ha posto la questione alla Direzione Generale competente del Ministero dell?Interno richiamando alla circolare n.10/97della stessa amministrazione che, in attuazione della L. 127/97 (semplificazione delle certificazioni amministrative), aveva precisato come nella carta d?identità va indicato lo stato civile solo su richiesta dell?interessato, apponendo la dicitura ?coniugato? o ?stato libero? senza ulteriori specificazioni. »Disposizione – dice Castellani – che deve essere considerata valida anche per i certificati di stato di famiglia«. Conferma arrivata dal Ministero dell?Interno. In una nota, l?amministrazione ricorda che il certificato rispecchia la composizione della famiglia ai soli fini anagrafici: un insieme di persone – che possono, o meno, essere unite da vincoli coniugali e parentali – e la cui caratteristica rilevante è costituita dalla coabitazione in una stessa unità immobiliare. In una precedente circolare (la n.11/96), il Ministero aveva già invitato le amministrazioni al rispetto e alla tutela del diritto alla privacy dopo che alcuni uffici anagrafici avevano rilasciato certificati con l?indicazione ?figliastro?, riferito ai figli nati da precedenti unioni anche naturali e conviventi con il genitore non intestatario della scheda di famiglia anagrafico, successivamente risposatosi. Un termine che, nell?uso comune, ha pure un significato discriminatorio e più grave, quindi risultava la violazione della privacy.


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