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Scuse e scaricabarile di una burocrazia lenta e arrogante

Due uffici pubblici - uno dell'amministrazione provinciale, l'altro statale - lasciano decorrere i termini stabiliti dalla legge per emettere una pronuncia da entrambi....

di Redazione

Due uffici pubblici – uno dell’amministrazione provinciale, l’altro statale – lasciano decorrere i termini stabiliti dalla legge per emettere una pronuncia da entrambi dovuta, e solo l’intervento del difensore civico permette che la vicenda si sblocchi. Il caso: una signora proprietaria di un immobile posto in prossimità di un corso d’acqua, richiede alla provincia competente l’autorizzazione paesistico-ambientale (come da art.7, legge 1497/39) per eseguire alcuni lavori. Trascorsi i 60 giorni prescritti dal D.P.R. n. 616/77 (integrato dal D.L. n. 312/85 e modificato dalla L. 431/85), l’amministrazione comunicava di non essersi potuta pronunciare per l’eccessivo carico di lavoro a cui è sottoposto l’ufficio; invitava la signora a rivolgersi alla soprintendenza per i beni ambientali e architettonici. Richiesta che veniva avanzata. La signora presentava contemporaneamente una lamentela all’ufficio del difensore civico della Liguria sottolineando l’urgenza dei lavori. Il difensore civico sollecitava la soprintendenza, e visti gli scarsi risultati, decideva di contattare al telefono la soprintendente. Anche in questo caso, si faceva notare l’enorme mole di lavoro dell’ufficio che costringeva a dare priorità ad altre questioni. Nonostante le pressioni verbali la signora non riceveva risposte. «A questo punto – spiega Roberto Sciachitano – mi vedevo costretto, a distanza di oltre due mesi dalla presentazione della richiesta da parte dell’interessata alla soprintendenza e ad oltre quattro dalla originaria istanza alla provincia, a fissare un termine di 10 giorni per la definizione della pratica ai sensi dell’art.7 della legge regionale 5/8/1986, n.17». Il termine veniva rispettato e il provvedimento emesso. Non c’è cattiva volontà degli uffici, secondo Sciachitano, ma «difficoltà burocratiche nonché una gerarchia fra gli adempimenti stabilita unilateralmente da ciascun ufficio, cui non spetta invece decidere quali affari debbono essere trattati e quali omessi o rinviati sine die».


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