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Authority, tutto da rifare. Parola del Consiglio di Stato

Il supremo organo amministrativo boccia il regolamento concordato con il Terzo settore e disegna una commissione con poteri ispettivi

di Benedetta Verrini

Una bocciatura imprevista, mentre si stava già facendo il toto-presidenza. La scorsa settimana Vita è venuta in possesso di un recente parere del Consiglio di Stato che ha letteralmente travolto i passaggi fondamentali e lo spirito del regolamento istitutivo dell?Authority del Terzo Settore, rigettando senza mezze misure il testo concordato, dopo mesi di difficili trattative, dal governo e dai rappresentanti del Forum. Nell?adunanza del 26 febbraio scorso, il supremo organo amministrativo ha rilevato che «nessuno dei suggerimenti concernenti il testo è stato seguito, che anzi le modifiche introdotte vanno nel senso contrario a quello indicato», e si sofferma a ribadire il ruolo dell?Authority come «organismo di controllo» volto a «garantire il rispetto delle regole del mercato e della concorrenza». Il Consiglio di Stato, insomma, raccomanda al governo di delineare meglio i poteri di vigilanza e controllo della nuova autorità, disciplinando nel dettaglio le procedure ispettive e l?immissione di pareri vincolanti, e richiamando il generale potere di controllo del ministero delle Finanze. Interpellato sul documento, il Forum ha dichiarato di essere ancora in attesa di comunicazioni ufficiali da parte del governo e di non poter fare altro che auspicarne un?assunzione di responsabilità. Per il professor Stefano Zamagni, ?padre? del decreto legislativo 460 sulle Onlus, che nel 1997 aveva fissato la necessità dell?istituzione dell?Authority, è tutto da rifare: «L?Authority delineata dal Consiglio di Stato è un organismo forte e prevalentemente ispettivo, che rappresenterebbe il peggiore di tutti i mali per il non profit. Durante la stesura del decreto 460 avevamo indicato la necessità di un organismo a metà strada tra un?Authority vera e propria e una commissione consultiva, perché era necessario creare un?interfaccia qualificata tra il non profit e la Pubblica Amministrazione. Questo organismo doveva essere costituito nel giro di sei mesi. Lo stiamo ancora aspettando». Zamagni ricorda che nel frattempo è subentrata la legge 133 del 1999 sul federalismo, che ha stabilito ampi poteri di ispezione per tutti gli organismi di controllo esistenti nel panorama giuridico italiano. «Per questo motivo il Consiglio di Stato oggi richiama la necessità di costituire, anche per il Terzo Settore, un?Autorità con spiccati poteri di controllo», continua Zamagni. «Il non profit, però, ha bisogno anche di stimolo, valorizzazione, indirizzo. La questione, ormai, non mi pare più risolvibile per via amministrativa: per l?Authority del Terzo Settore serve una legge su misura, che ne valorizzi gli ambiti di competenza e l?operatività. La parabola discendente di questo regolamento, d?altra parte, fa emergere un atteggiamento di scarsa fiducia, da parte di molte forze politiche, nel valore dell?economia civile».


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