Leggi & Norme

Terzo settore, un settore dirompente

Con il più probabile dei presidenti della futura Agenzia, Salvatore Pettinato, scopriamo come sarà e cosa cambierà nella vita dell'economia senza fine di lucro in Italia

di Riccardo Bonacina

Quasi quattro anni dopo la legge che ne chiedeva l’istituzione, a sorpresa , in pieno ferragosto e sfidando ogni cabala, nasce l’Authority del non profit. Fa capolino, senza preavviso alcuno e sorprendendo anche gli addetti ai lavori, la mattina di venerdì 17 agosto in Gazzetta Ufficiale. Oggetto d’annose controversie tra Governo e organizzazioni non profit, dapprima le estenuanti trattative sulla scelta della sede e poi quelle sui compiti previsti per l’organismo di vigilanza, l’Authority, che doveva essere istituita entro il 31/12/1997, vede finalmente la luce. Nel 1997 ne fu prevista l’istituzione, nel settembre 2000 ne fu decisa la sede con un provvedimento di sei righe vergate dall’ex premier Amato ed oggi, un anno dopo, ne viene definito il regolamento. Ora mancano solo i nomi degli 11 saggi che saranno chiamati a farne parte, ma il ministro del Welfare Maroni ha giurato che entro settembre l’Agenzia (così viene definita dal regolamento) sarà operativa. E c’è da credergli visto che ha sorpreso tutti, facendo spallucce di fronte ad un parere negativo del Consiglio di Stato che il 26 febbraio scorso (n° 205/2000) aveva bocciato il regolamento messo a punto dal precedente Governo. Un niet che aveva bloccato il trio Amato-Visco-Turco, ma che invece non ha intimorito Roberto Maroni, convinto, come ha dichiarato più volte anche a Vita, che tutto ciò che di buono ha fatto il precedente Governo vada portato presto a buon fine. Così è stato per l’Authority e per i 10 rappresentanti del Terzo settore al Cnel nominati nell’ultimo Consiglio dei ministri pre-ferie. Per capire la portata che avrà sul settore non profit l’avvento dell’Agenzia ci rivolgiamo a Salvatore Pettinato, indicato in una terna con Ivo Colozzi e Fabrizio Cafaggi, dal Forum permanente del Terzo settore come presidente ideale della futura Authority. Abilissimo avvocato cassazionista specializzato in diritto tributario, e in particolare di diritto tributario del non profit è spesso l’ultima spiaggia di molte associazioni nelle loro controversie fiscali. Recentemente a lui si sono rivolti Arci e alcuni Centri di servizio per ricorrere contro l’atto di indirizzo dell’ex Ministro Visco sulle Fondazioni che avrebbe dimezzato i fondi destinati dalle Fondazioni bancarie ai Centri di servizio. E puntualmente il Tar del Lazio lo scorso 11 luglio, in un’ordinanza che ha sospeso l’atto di indirizzo in questione. Docente a Trento e alla Luiss, fu chiamato nel 1995 dall’allora ministro Augusto Fantozzi a far parte di una Commissione incaricata di predisporre un disegno di legge di riforma e razionalizzazione delle norme impositive sugli enti non profit, nel 1996 Visco lo confermò, ma lui, dopo pochi mesi, una volta delineati i contenuti della legge delega (n. 362/96, la madre di tutta la legislazione sul non profit) sbatté la porta per la troppa invadenza degli uffici del Ministero. Ma questa volta Pettinato non ha dubbi: «Questo regolamento non mi dispiace, anzi, esprime una filosofia e una cultura apprezzabili, disegna una struttura per nulla statalista e di alto profilo professionale. Questa Agenzia non è più, come nelle precedenti versioni, una angusta stanza fiscale, ma qualcosa di più. Questa Agenzia non è più una Commissione di controllo sotto la cappa del ministero delle Finanze, culturalmente c’è un segno nuovo». Ci spieghi meglio, avvocato. «Beh, innanzitutto si tratta di una struttura davvero indipendente. Tutto l’articolato demanda agli 11 saggi la sua attuazione, insomma mi pare che ci sia vera autonomia. In teoria, se gli 11 sono delle persone per bene e sveglie si possono dotare di un regolamento moderno, serio, che permetta di essere sempre in movimento». Insomma una sorta di Charity Commission? «Non esageriamo, quella è una mega struttura dalla tradizione centenaria, qui è disegnata una piccola struttura neonata. Ma proprio per questo l’avventura può essere doppiamente affascinante. Mi par di capire che molto si giocherà sui poteri che gli 11 saggi avranno sulla struttura operativa, il regolamento non spiega e non determina quale collegamento ci debba essere tra la testa dell’Agenzia (gli 11) e il corpo (la struttura operativa fatta di addetti della pubblica Amministrazione). Questo è un capitolo tutto da scrivere, ma vedo molte potenzialità». Insomma, una vera promozione? «Ma sì. Penso che all’art. 4 si dice addirittura che “le Amministrazioni statali sono tenute a richiedere il parere dell’Agenzia”. Ma coglie il valore di quel “sono tenute”? Si tratta di un obbligo a carico dello Stato rispetto all’Agenzia». No, avvocato, a dire il vero ero convinto non si facesse più nulla. «Vede, forse si comincia a capire che il Terzo settore non è qualcosa a metà tra il pubblico e il privato, ma è qualcosa che sta sopra ad entrambi». Beh, pensi che Confindustria e sindacati continuano a non capire e addirittura si oppongono al decreto di nomina di dieci rappresentanti del non profit al Cnel (10 su 121!). «è ovvio, nell’affermarsi del Terzo settore come parte sociale vedono una complicazione per quel mito tutto italiano che si chiama “concertazione”, nuovi interlocutori non possono che complicare il gioco e scatenare lo spirito di conservazione tipico in ogni assembramento umano. Da questo punto di vista certo il Terzo settore può essere dirompente perché non potrà accontentarsi di quello che oggi è la concertazione: ci mettiamo d’accordo così ci guadagniamo tutti e due, oppure ci mettiamo d’accordo perché così facciamo tutti bella figura». Avvocato, da quando Fantozzi la chiamò ad affiancare il professor Zamagni nell’anno del Signore 1995 per pensare al rapporto tra Fisco e non profit molta acqua è passata sotto i ponti. «Molta davvero. La produzione legislativa di questi anni ha indubbiamente stressato nelle organizzazioni senza fine di lucro la preparazione tecnico amministrativa, la professionalità, la trasparenza. Da questo punto di vista è davvero cambiato il mondo». Avvocato, buon lavoro.


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