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Decreto infermieri bocciato alla Conferenza Stato-Regioni

Il provvedimento predisposto per fronteggiare la carenza di personale infermieristico è stato respinto con emendamenti. Ghigo: "Vogliamo approfondire meglio con il ministro Sirchia le soluzioni da ad

di Benedetta Verrini

La Conferenza Stato-Regioni ha bocciato, nella riunione di ieri, il decreto legge predisposto dal governo, su proposta del ministro della Salute Girolamo Sirchia, contro la carenza degli infermieri. “Abbiamo dato parere sfavorevole – ha spiegato il presidente della Conferenza, Enzo Ghigo – non perché riteniamo che l’azione del ministro non sia encomiabile, ma perché nel merito è mancato uno stretto raccordo con le Regioni. Abbiamo chiesto il rinvio del provvedimento per approfondire insieme al ministro le soluzioni da adottare”. In particolare, la Conferenza Stato-Regioni ha precisato che “non si ritengono gli strumenti individuati dal decreto (riammissione in servizio, contratti a tempo determinato, prestazioni orarie aggiuntive) come validi per risolvere l’emergenza infermieristica, semmai per fronteggiarla, e per utilizzare tutti gli spazi possibili per consentire al sistema sanitario di traghettare questa fase”. Le Regioni rilevano la necessità di estendere anche al personale tecnico di radiologia la possibilità di ricorrere a prestazioni orarie aggiuntive, visto che in molte di esse sta emergendo una carenza sempre più preoccupante di queste professionalità. Inoltre, per quanto concerne le prestazioni aggiuntive, le Regioni sottolineano che vi deve essere un chiaro richiamo ad una particolare attenzione che le aziende dovranno porre nell’individuazione del tetto dello straordinario per tali categorie di personale, perché tutto ciò che supera l’orario di lavoro contrattualmente previsto non si traduca in prestazioni aggiuntive. Per quanto riguarda la validità dei titoli conseguiti secondo i vecchi ordinamenti dei corsi di laurea specialistica, la Conferenza chiede di estendere il riconoscimento a tutte le professioni sanitarie. In ultimo, per la formazione degli operatori socio-sanitari, le Regioni rilevano che il decreto ha posto pesanti vincoli in ordine al finanziamento dei corsi, che vengono integralmente posti a carico delle Regioni stesse, mentre attualmente per profili oggi già previsti esistono forme di co-finanziamento. Per quanto riguarda la formazione complementare dell’operatore socio-sanitario, la Conferenza sottolinea infine che il provvedimento dovrebbe specificare meglio cosa intende per essa. Per dare il via libera al decreto, il Consiglio dei ministri dovrà ora valutare questi emendamenti in una delle prossime riunioni.


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