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Authority, et voilà il presidente

Si chiama Lorenzo Ornaghi, il presidente dell'Authority del volontariato

di Piergiorgio Greco

Il presidente designato dell?Authority del volontariato, il professor Lorenzo Ornaghi, è un brianzolo. Un uomo del fare, chiamato dal ministro Maroni a mettere ordine, e regolamentare quanto basta, una galassia di associazioni e enti non profit compatta nell?identificare in Milano la sua ?capitale?. Ma chi è Lorenzo Ornaghi? Nato il 25 ottobre 1948 a Villasanta, in provincia di Milano, Ornaghi si laurea in Scienze politiche nel 1972 presso l?università Cattolica di Milano, discutendo una tesi con Gianfranco Miglio. Una ?presenza?, quest?ultima, davvero decisiva: la carriera universitaria che Ornaghi intraprende, sarà segnata da una vera devozione per il politologo che ripropose in Italia l?idea del federalismo. Una carriera che lo vedrà dal 1987 al 1990 a Teramo, dove insegna Scienza politica, disciplina che da quest?anno insegnerà alla Cattolica di Milano, insieme a Storia delle dottrine politiche. Nel 1995, in collaborazione con la Camera di commercio di Milano, Ornaghi dà vita all?Aseri (Alta Scuola di economia e relazioni internazionali), ?pensatoio? della globalizzazione, della politica e dell?economia internazionale e dei rapporti società-Stato. Nel ?98, infine, mentre entra nel consiglio di amministrazione di Avvenire, un ulteriore riconoscimento: la nomina a prorettore dell?università Cattolica. Se interesse, Costituzione, democrazia, Europa, gruppi di pressione, rappresentanza, classe politica sono idee ricorrenti nella sua produzione scientifica, è soprattutto la riflessione sul rapporto società-Stato quella che meglio ha qualificato un intellettuale cattolico come Ornaghi. Grazie al rapporto con la Compagnia delle opere e al ruolo di coordinatore delle Settimane sociali di Napoli, il neo presidente dell?Authority ha mandato segnali incoraggianti al mondo della società civile. Il 14 marzo, ad esempio, affermò all?Assemblea della Cdo che «lo Stato sarà sempre più una risorsa cruciale per lo sviluppo di una libera società. Ma lo Stato necessario è uno Stato essenziale. Essenziale in quanto svolge ristrette, determinate funzioni. Uno Stato funzionale allo sviluppo e alla libertà della società». Non si capisce cos?è lo Stato, in altri termini, se non si guarda alla società. Altrettanto chiara la presa di posizione rispetto al nuovo ordine globale che si profila in questi tempi difficili. Come ebbe modo di dichiarare a Vita poco tempo fa, per Ornaghi «la società civile deve cogliere la palla al balzo e proporsi come vera protagonista dei processi decisionali internazionali. Solo così, infatti, si potrà evitare che le istituzioni internazionali siano determinate da logiche eminentemente privatistiche», non tralasciando di mettere all?indice quanti «in maniera diabolica si adoperano più per distruggere che per costruire, come si è visto a Genova durante il G8».


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