Media, Arte, Cultura

un eremo di pace e di leccornie

Fontemaggio: luogo ideale per ricaricare le pile e vivere Assisi in modo diverso. Quello culinario...

di Redazione

C? è chi vi arriva per un pellegrinaggio e chi per un itinerario artistico. Ma tutti poi si fermano per il piacere della tavola e la quiete dei luoghi. Siamo ad Assisi, città di San Francesco e meta dei movimenti per la pace. Qui appena fuori le mura, lungo la strada che porta al santuario dell?Eremo delle Carceri e alla splendida vegetazione del Mnte Subasio, c?è un luogo dove il piacere per la buona cucina tradizionale e la quiete francescana dormono sotto lo stesso tetto. Dal lontano 1953 la famiglia Rambotti-Cipolloni, originaria di Nocera Umbra, accoglie i suoi ospiti in una proprietà, Fontemaggio, immersa nel verde e nella tradizione. L?antica casa patronale costruita in pietra d?Assisi, ora interamente ristrutturata dopo il terremoto del 1984, è adibita ad albergo e ristorante: 17 stanze doppie con bagno privato, per 43 posti letto. In alta stagione si possono spendere a persona 51,50 euro per una notte e prima colazione. Al vostro arrivo troverete Benito, direttore da vent?anni, l?unico a non far parte della famiglia e che ama definire la sua un?adozione emotiva. «La gente», dice, «viene da noi perché sa che qui tutto è genuino, l?aria e il buon cibo. Non facciamo mai pubblicità: crediamo che chi viene da noi lo faccia perché sa già cosa trova». Lasciando il piazzale del casolare e seguendo una stradina alberata in pendenza si arriva a un?altra struttura, indipendente e lontana dall?albergo: 16 camere, ognuna con bagno privato, letto matrimoniale e due letti a castello. Adatte per famiglie e gruppi. L?edificio è dotato di un refettorio e una cucina autonoma. Il prezzo per una notte a persona è di 20 euro. Punto di forza di Fontemaggio è però la cucina. Nella locanda, infatti, la famiglia Rambotti-Cipolloni delizia i suoi ospiti con piatti che conservano ancora il profumo e i sapori della tradizione. Ci si può concedere un piatto unico come l?impastoiata, una sorta di polenta fatta con brodo d?origano e maggiorana, fagioli e farina di grano duro. O iniziare con un piatto di bigoli, un impasto di ricotta, spinaci, parmigiano e uova, tuffato in acqua bollente e servito come primo piatto. Proseguire con il coccio al miele, i fagioli con le cotiche e verdure fresche, grigliate e al forno. Per gli amanti della carne alla brace, sul grande camino all?entrata sono sempre in cottura bistecche, salsicce, e spiedini, il tutto innaffiato dal Torgiano rosso riserva, il rosso di Montefalco, il Decugnano dei Bardi e il Sagrantino. E per concludere in dolcezza, imperdibili i dolci: la zuppa inglese, la crema al caffè e il tiramisù, tripudio del gusto, in cui la ricotta ha preso il posto della panna. Per un pasto completo non si spendono più di 20 euro. Unico giorno di chiusura, per il periodo invernale, il lunedì mentre, dopo Pasqua, il ristorante è sempre aperto. Michela Luison


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