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Cooperazione & Relazioni internazionali

Morte Ciriello: appello di un collega

Un operatore che era con il fotoreporter milanese a Ramallah chiede la verità sulla sua morte

di Giampaolo Cerri

Amedeo Ricucci, operatore di Rai Tv7 era a Ramallah insieme a Raffaele Ciriello. Aveva filmato prima del fotoreporter milanese quel tank israeliano da cui è partita la raffica mortale. Oggi chiede la verità su quella morte. «Sta calando vergognosamente il silenzio sulla morte di Raffaele Ciriello. Colpa probabilmente di Cogne e dell’indecente circo mediatico che si esibisce su questo caso di cronaca. Ma il mio sospetto e’ che si voglia deliberatamente far passare sotto silenzio l’assassinio di Raffaele. Ed io non ci sto. Io c’ero e voglio raccontarvi come e’ andata veramente. Perche’ circolano troppe versioni false e tendenziose, avallate da colleghi che a Ramallah quel giorno non c’erano, o peggio ancora, non ci hanno mai messo piede, ne’ hanno svolto una vera inchiesta sull’accaduto. E allora, procediamo con ordine, per punti, per ribadire la verita’: 1. Raffaele e’ stato ucciso nel centro di Ramallah, ad appena 200 metri dalla Piazza centrale. Non eravamo percio’ nella cosiddetta ” zona di operazioni”, che fino alla sera prima gli israeliani avevano ufficialmente circoscritto al campo profughi di Kaddurah, dove noi non siamo mai entrati. 2. Come si evince dai filmati, noi stavamo seguendo un gruppo di palestinesi armati, in azione di pattugliamento. C’e’ tensione nell’aria, ma non si spara. All’improvviso, ad un incrocio, uno dei palestinesi che ci precede vede qualcosa e spara una raffica (4 colpi, d’istinto, senza mirare). Il suo capo-pattuglia lo redarguisce, probabilmente gli dice (e lo deduco col senno di poi) che e’ da stupidi attirare l’attenzione di un carro armato nemico, che sta andando in un’altra direzione. I due litigano un po’, noi spegniamo le telecamere, e intanto il tempo passa. 3. PRECISAZIONE. Nella ricostruzione a caldo, sia io che il collega Norberto Sanna ci eravamo completamente dimenticati, giuro, dello sparo palestinese. Perche’ eravamo entrambi sconvolti (com’e’ normale, o no?, quando ti ammazzano un amico a trenta centimetri da te, in un modo cosi’ brutale), ma anche perche’ a quella raffica non avevamo assolutamente fatto caso. Era stata una raffica isolata, che non aveva provocato nessuna reazione immediata, una sbruffonata come ne avevamo viste tante. Ripeto, la situazione era calma, tant’è vero che abbiamo spento tutti e tre la telecamera. 4. Dopo tre, quattro minuti, mi affaccio all’angolo e nel mirino della telecamera vedo il carro Merkava che se ne sta in fondo alla stradina laterale, a 150-200 metri, di traverso, con la torretta puntata nella mia direzione. Ma non mi preoccupo: ci era gia’ capitato tantissime volte di avere un carro armato che ci puntava, ma non trovandoci in mezzo ad uno scambio di colpi, ho ritenuto che non ci fosse pericolo. Resto a filmare per 15, 20 secondi, cedo il mio posto a Raffaele, che fa appena in tempo ad inquadrare ed a fare uno, due passi, che parte la raffica rabbiosa, secca, maledetta. 5. Raffaele era l’unico di noi ad essere allo scoperto e dietro di lui non c’erano palestinesi armati. La raffica e’ arrivata senza ombra di dubbio dalla stradina, dove non c’era anima viva, a parte il carro israeliano. Non escludo che ci fossero dei tiratori scelti dietro il carro, anche perche’a mio avviso la raffica era da arma automatica (un M16, molto probabilmente). Ma dalle mie riprese, girate memo di un minuto prima che Raffaele morisse, si vede il carro e nient’altro. 6. CONCLUSIONE. La dinamica dei fatti non lascia dubbi. Chi ha sparato ha preso la mira su quell’angolo maledetto mentre io mi affacciavo ed ha deciso di sparare su chiunque altro si fosse affacciato. Penso e spero che non abbia visto le telecamere, la mia e quella di Raffaele. Ma questo nulla toglie alla brutalita’ del suo gesto. Quel cecchino ha sparato a freddo, mirando, per uccidere. 7. APPELLO. Non mi interessano le polemiche politiche. Voglio solo sapere chi ha ucciso Raffaele e perche’. Lo chiedo ovviamente all’esercito israeliano, perche’ non c’e’ alcun dubbio che a sparare siano stati loro. Che la smettano di tergiversare e procedano in tempi brevissimi per appurare la verita’. Non ci restituira’ Raffaele, ma gli rendera’ un po’ di giustizia».


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