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Criminalità: mons. Bregantini chiede task force antiusura

Il vescovo di Locri all'audizione della Commissione antimafia

di Redazione

Dopo aver concluso le audizioni nel municipio di Locri, i componenti della commissione parlamentare antimafia, prima di lasciare la Calabria, si sono recati in episcopio per incontrare il vescovo della diocesi di Locri-Gerace, mons. Giancarlo Bregantini. Il presule, dicendosi soddisfatto della visita, ha evidenziato alla commissione soprattutto il problema relativo alla pratica dell’usura nella zona. Ha quindi chiesto che venga attivata una vera e propria task force che miri esclusivamente a debellare il fenomeno i cui protagonisti attivi, ha detto, lasciano sempre qualche traccia. Mons. Bregantini ha pure evidenziato l’esistenza del problema della “vacche sacre”, un problema antico e conosciuto, ha detto, che va risolto. Delle vacche appartenenti alle cosche della ‘ndrangheta e che pascolano liberamente danneggiando interi terreni di contadini o circolano sulle strade mettendo a repentaglio l’incolumita’ degli automobilisti, mons. Bregantini aveva pesantemente parlato alcune settimane addietro in occasione del blitz effettuato dai carabinieri del Nas nell’area antistante il santuario di Polsi, a San Luca. In quell’occasione i carabinieri sequestrarono circa trecento capre, il simbolo d’una tradizione millennaria, che dovevano essere macellate per cibare le migliaia di pellegrini. Il Nas ravviso’ il reato di macellazione clandestina e di non corretto smaltimento dei rifiuti derivanti dalla macellazione. Mons. Bregantini, il rettore del santuario e tanti fedeli insorsero precisando che non veniva contestato l’obbligo di rispettare le leggi, sia sanitarie che ambientali, ma i modi e i tempi del blitz effettuato in coincidenza con la tradizionale festa della “Madonna della Montagna”. Qualche giorno dopo il vescovo di Locri-Gerace lancio’ la “sfida” invitando il Nas a porre fine al fenomeno della “vacche sacre”, vero scandalo e vera attivita’ della ‘ndranghtea, non le capre di Polsi il cui fenomeno dura solo tre giorni l’anno, quelli della festa.


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