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L’Adiconsum contro le catene di sant’Antonio

Il caso Tucker pone all'attenzione un problema a cui da anni le associazioni dei consumatori cercano di porre rimedio. L'Adiconsum è arrivato a predisporre un disegno di legge

di Barbara Fabiani

C’è uno scarso o nessun controllo sulle aziende che utilizzano il sistema delle catene di San’Antonio, come dimostra il caso Tucker balzato in questi giorni all’attenzione dei media. Mentre in Europa esistono leggi che ben differenziano ciò che è la vendita diretta (includendo anche quelle a struttura multilevel) dalle cosiddette forme di “vendita piramidale” che sono oggetto in questi paesi di pesanti divieti legali. A differenza di una società che opera attraverso una forma di vendita diretta – cioè retribuisce i propri agenti o venditori, riconoscendo delle provvigioni- le vendite piramidali tendono a moltiplicare i livelli di vendita, infatti ciò che si compra non è né un prodotto né un servizio ma semplicemente l’accesso alla “catena”. Il prodotto o il servizio è solo il pretesto per reclutare altri venditori cui far pagare il diritto d’accesso, i quali a loro volta ne cercheranno altri, e via dicendo. Ognuno di questi attratti con l’illusione di guadagnare bene e subito. L’eccessivo allargamento dei livelli piramide la fa crollare su se stessa: i vertici fuggono con la cassa , pochissimi ci guadagnano e il 99% perde tutto. L’Adiconsum – associazione per la tutela dei consumatori – da molti anni sta inseguendo queste forme di business truffaldino ed è intervenuta più volte anche attraverso la magistratura ( ad esempio contro l’Alpha Club, ed altre società su cui ci sono indagini). Da anni l’Adiconsum cerca di mettere in evidenza questa situazione a vari livelli ottenendo purtroppo scarsi risultati. “Avere il potere di una televisione e di una trasmissione quale ad esempio Striscia la Notizia, ci aiuterebbe non poco.- commenta Donata Monti, segretario generale dell’associazione- Poiché riteniamo che rincorrere di volta in volta tali società partecipate spesso dagli stessi soggetti già falliti in precedenti esperienze truffaldine non basta ad eliminare questo fenomeno dal mercato”. Adiconsum ha sollecitato e partecipato, alla stesura del testo di una proposta di legge che individua nelle catene di Sant’Antonio un vero e proprio reato penale con sanzioni specifiche. La proposta di legge che ha preso il nome inizialmente dei promotori, onn. Ruzzante e Gambini, alla quale stanno dando la propria adesione anche altri parlamentari, è stata presentata il 17 luglio scorso. Il testo di legge è reperibile presso l’Adiconsum.


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