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Otto per mille, retromarcia sui privilegi?

All'interno del variegato mondo delle associazioni non profit continua a suscitare discussioni il nuovo disegno di legge.

di Benedetta Verrini

Ha suscitato proteste nel mondo del Terzo settore: è il disegno di legge che, attraverso l?8 per mille, si propone di finanziare solo 5 associazioni definite ?storiche? a discapito di tutte le altre. «Arriveremo alla modifica di questo passaggio così esclusivo», assicura il relatore, sen. Luciano Falcier (FI). «Al suo posto, saranno inseriti i criteri in base ai quali selezionare le realtà d?interesse nazionale». Ma sul ddl molti dubbi restano. Sono tre i disegni di legge volti ad assicurare, per il momento, il «riconoscimento dell?interesse pubblico nazionale» soltanto a cinque associazioni storicamente coinvolte nella difesa dei soggetti portatori di handicap. Si tratta, nello specifico, dell?Associazione nazionale mutilati e invalidi civili (Anmic); dell?Associazione nazionale fra mutilati e invalidi del lavoro (Anmil); dell?Ente nazionale sordomuti (Ens); dell?Unione italiana ciechi (Uic); dell?Unione nazionale mutilati per servizio (Unms). Oltre che riconosciute come d?interesse nazionale e deputate ad avere un ruolo di assistenza e tutela dei loro iscritti con le stesse funzioni dei patronati, esse potrebbero diventare destinatarie di parte della quota statale dell?8 per mille dell?Irpef (che quest?anno è stata complessivamente pari a 200 miliardi delle vecchie lire). Il 18 settembre scorso il relatore ha presentato alla commissione un testo unificato delle tre proposte concorrenti (S.1095 e S.1073, identiche e proposte rispettivamente dai senatori Ugo Bergamo (Ccd-Cdu) e Giuseppe Semeraro (An), e poi S.1465, del senatore Nicola Mancino (Margherita), più ?soft?, costituita di un solo articolo e priva di accenni all?8 per mille). «Il testo unificato, che menziona ancora quelle cinque associazioni, è stato sottoposto a diverse proposte d?emendamento» spiega il senatore Falcier, «e credo che queste porteranno a cambiare totalmente l?articolo 1, sostituendo quell?elenco tassativo, che ha suscitato tante proteste, a una serie di criteri per individuare tutte le associazioni ?d?interesse nazionale?». Ma perché, si sono domandati in tanti, nella stesura dei disegni di legge sono state menzionate solo quelle cinque associazioni? «Perché solo quelle erano inserite in un vecchio provvedimento, il dpr 616 del 1977, che elencava una serie di associazioni che dovevano essere estinte o trasformate», continua Falcier. La relazione al disegno di legge ricorda inoltre che il numero dei loro iscritti ammonta complessivamente a cinque milioni. «Queste cinque associazioni si sono trasformate in enti morali, con rappresentanza delle rispettive categorie di disabili, e ad esse hanno voluto far riferimento i senatori proponenti», prosegue Falcier. L?obiezione, però, è che dal 1977 a oggi ne sono nate molte altre, ugualmente meritevoli. «è vero. Per questo ritengo che la codificazione di criteri generali (penso alla diffusione territoriale, al numero degli iscritti e altro?) sia più giusta e coerente», dice il senatore. «Consentirà l?ingresso di molte altre associazioni nel novero degli enti meritevoli di sostegno da parte dello Stato, e lascia la porta aperta anche a quelle future». Quando la commissione Affari costituzionali del Senato riprenderà la discussione, dovrà quindi discutere e votare questo cambiamento. In gioco, come ricordavamo, oltre all?8 per mille dell?Irpef (la cui nuova destinazione richiederà anche una modifica della relativa disciplina, in particolare gli artt. 47 e 48 della l. 222/1985 e il regolamento 76/1998), c?è anche la possibilità di estendere la funzione di patronato e di assistenza sociale (legge 152/2001) anche a queste associazioni che, per il servizio svolto a favore dei soggetti interessati e l?apertura di pratiche, riceveranno ulteriori contributi dallo Stato.


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