Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Famiglia & Minori

Amministratore di sostegno, ddl in tempi biblici

Allarme per il lentissimo iter del disegno di legge sull'amministratore di sostegno.

di Benedetta Verrini

Un ritardo incomprensibile, che angoscia milioni di famiglie: c?è allarme per il lentissimo iter del disegno di legge sull?amministratore di sostegno. Come è noto, la nuova figura offrirebbe uno strumento capace di rappresentare in forma personalizzata le persone parzialmente o totalmente incapaci, evitando la soluzione, troppo drastica e mortificante, dell?interdizione. Ora il ddl dovrà ripassare al Senato, perché la commissione Giustizia della Camera ha introdotto nuovi emendamenti. “Proprio nell?anno europeo dei disabili, l?approvazione di questa legge è assolutamente necessaria. è uno strumento fondamentale per un Paese che vuole definirsi civile”, dice Giovanni Gelmuzzi, direttore dell?associazione Oltre noi?la vita. E’ un cammino lungo, di almeno otto anni, quello del disegno di legge sull?amministratore di sostegno. Il provvedimento punta a introdurre questa nuova figura nel libro I, titolo XII, del codice civile, modificandone gli articoli in materia di interdizione e di inabilitazione. Attualmente è in discussione alla Camera (ddl C. 2189 e congiunti), dopo essere già stato approvato dal Senato. Nelle ultime sedute di discussione, però, la commissione Giustizia di Montecitorio ha deciso di apportare ulteriori modifiche, che lo costringeranno a un nuovo passaggio in Senato. Cosa è accaduto? “Sono stati fatti nuovi emendamenti sull?articolo 3, per l?inserimento della normativa nel codice civile. Si tratta di cambiamenti, a nostro avviso, non sostanziali. Sarebbe stato meglio arrivare alla legge, anche se imperfetta, piuttosto che prolungare ancora i tempi e non avere nulla”, commenta Giovanni Gelmuzzi. L?associazione di cui è direttore, Oltre noi?la vita, è stata costituita nel 1992 dalle fondazioni Don Gnocchi e Istituto Sacra Famiglia, e dalle sezioni milanesi di Aias e Anffas, con l?intento di far convergere le esperienze a favore dei disabili e delle loro famiglie nella previsione del ?dopo di noi?. “La nostra mission sul ?dopo di noi? riguarda direttamente anche questa proposta di legge”, prosegue Gelmuzzi, “perché il problema della tutela di chi non è autosufficiente emerge con sempre maggiore insistenza e gravità. E non riguarda soltanto quel milione di persone, affette da handicap grave, recentemente censite dall?Istat, ma tutti coloro che, per ragioni di patologie legate all?età o problemi psichici non riescono a prendersi cura di se stessi”. Della grande attesa per il via libera al ddl è consapevole anche la commissione Giustizia: in una delle ultime sedute, prima della pausa natalizia, il presidente Gaetano Pecorella (FI) ha invitato i presentatori delle nuove modifiche “a valutare se i loro emendamenti siano realmente indispensabili ai fini della migliore stesura della legge”. La relatrice Erminia Mazzoni (Udc), però, ha replicato che “in ogni caso il progetto di legge dovrà essere nuovamente trasmesso al Senato per la valutazione della copertura finanziaria; pertanto, avendo accertato, a seguito di contatti con l?altro ramo del Parlamento, che gli emendamenti presentati non toccano questioni particolarmente controverse, appare opportuno cogliere l?occasione per apportare al testo talune modifiche migliorative”. Ed ecco che gli emendamenti sono passati. “Eppure, questa legge è urgente. Si tratta di un passaggio di civiltà che supera l?inadeguatezza dell?attuale normativa, che impone ai genitori di ricorrere all?interdizione o all?inabilitazione per attivare un servizio di tutela a favore di chi è adulto ma incapace”, dice Gelmuzzi, ricordando i tantissimi casi in cui le famiglie oggi vengono obbligate a richiedere questa procedura: ad esempio, per la firma di un atto notarile; per il consenso informato a un intervento chirurgico o per il ritiro della pensione agli uffici postali. La nuova legge consentirà “di richiedere al giudice, in carta semplice, di nominare un amministratore di sostegno che affinchi o sostituisca chi è incapace o in temporanea difficoltà, creando una tutela personalizzata”, prosegue. Quando diventerà realtà, dunque? Dalla Conferenza di Bari, la scorsa settimana, il sottosegretario Grazia Sestini ha dato notizie rassicuranti, annunciando che c?è l?accordo dei capigruppo per concludere l?iter della proposta in tempi brevi. Info: il quadro della situazione Il disegno di legge – Si tratta del ddl C 2189, discusso congiuntamente ad altri e già approvato al Senato. Si trova in discussione alla Camera, relatrice Erminia Mazzoni (Udc) Gli strumenti in vigore – Ora le uniche misure di tutela delle persone incapaci sono l?interdizione (nomina di un tutore per l?amministrazione ordinaria e straordinaria) e l?inabilitazione (nomina di un curatore per la sola amministrazione straordinaria). Esiste anche l?amministratore provvisorio, nominato dal tribunale prefissando gli atti ordinari che può compiere. L?incarico è annuale, ma rinnovabile.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA