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Sostenibilità sociale e ambientale

Tuttaunaltracosa: un bilancio e una carta etica

Chiude positivamente la fiera dell'equosolidale di Modena

di Gabriella Meroni

“Siamo estremamente soddisfatti per il grande successo della nona edizione di Tuttaunaltracosa”. Non usa mezzi termini Teresa Pecchini, presidente dell’Associazione Botteghe del Mondo, per definire l’andamento dei quattro giorni della Fiera Nazionale del Commercio Equo e Solidale che ha chiuso i battenti al Parco Novi Sad di Modena. Con la chiusura della Fiera Assobotteghe annuncia inoltre la registrazione del nome e del marchio “Botteghe del Mondo” che potrà essere utilizzato gratuitamente da tutti quei negozi che adotteranno e rispetteranno la Carta dei criteri etici di Assobotteghe disponibile sul sito tuttaunaltracosa.it Alla Fiera sono stati esposti prodotti e progetti da tutto il mondo: ordini per centinaia di migliaia di euro; 25.000 presenze tra le quali molte persone che si avvicinavano per la prima volta al consumo critico; un accresciuto interesse da parte dei mass media confermano il trend positivo che sta vivendo il commercio equo e solidale nel nostro paese. “L’appuntamento per la decima edizione di Tuttaunaltracosa è per la primavera prossima a Milano – continua Teresa Pecchini – ma il 2003 sarà l’anno chiave per un’ulteriore crescita politica del movimento del commercio equo. Il Forum Sociale Europeo di Parigi di novembre, la partecipazione al movimento che lotta per un’economia di giustizia a fianco di Rete Lilliput, il consolidamento delle Botteghe del Mondo come spazi di elaborazione sia culturale che politica sono le priorità attuali della nostra associazione”. La nona edizione di Tuttaunaltracosa dimostra come il commercio equo e solidale sia ormai una realtà consolidata del panorama italiano della resistenza al neoliberismo. Una storia iniziata quasi venti anni fa che oggi permette a chi vuol costruire un mondo migliore di avere uno strumento in più a disposizione, in nome di uno stile di vita che restituisca dignità e speranza ai lavoratori del sud del mondo ma non solo.


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