Leggi & Norme

Don Benzi: raccolta di firme per una pdl contro la prostituzione

Preoccupato delle conseguenze del ddl Bossi-Fini-Prestigiacomo, il fondatore della PapaGiovanni indice una raccolta di firme per domani, sbato 6 dicembre

di Benedetta Verrini

Domani, sabato 6 dicembre, nelle principali piazze d?Italia l?Associazione ?Comunità? Papa Giovanni XXIII, raccoglie firme per un disegno di legge di iniziativa popolare “per la liberazione di tutte le schiave del sesso e per fermare il traffico e commercio delle donne per lo sfruttamento della prostituzione”, depositato presso la Suprema Corte di Cassazione per poterla inoltrare al Parlamento. La legge Merlin attualmente in vigore, spiega Don Oreste Benzi in un comunicato, pur non proibendo il fenomeno della prostituzione, disciplina come reati tutti quei comportamenti che, di fatto, ne agevolano e ne favoriscono l’esercizio. “Con la legge Bossi-Fini-Prestigiacomo assistiamo ad una vera rivoluzione di questo modo di pensare” prosegue Don Benzi, “Questa legge, infatti, decide di normare la prostituzione, riconoscendo al suo interno comportamenti che divengono leciti ( e quindi legittimi) e comportamenti considerati illeciti ( e quindi vietati). Lo Stato, così procedendo, sceglie di legittimare ( e non più solo tollerare) la prostituzione, disciplinandola e consentendone l’organizzazione. Sotto questo profilo è chiaro che la legge oggi pensata dai nostri Ministri è una legge che favorisce l?espansione del fenomeno, consentendone l’esercizio in case private ed aprendo nuove frontiere di mercato!”. “La prostituzione trova così ingresso nel nostro ordinamento giuridico”, sottolinea Don Benzi, “Aspetto ancor più grave di questa legge è che, per poter far ciò, vengono abrogati alcuni reati e diventa lecito quello che sino ad ora era punito penalmente! L’art-6 bis in particolare, consente alle ragazze di associarsi per aiutarsi vicendevolmente nell’esercizio della prostituzione, favorendosi a vicenda nella pratica del meretricio. Deduzione che inequivocabilmente ne consegue è che, considerati i connotati del fenomeno oggi in Italia, totalmente nelle mani del racket che schiavizza le ragazze costringendole a vendersi, favorire la prostituzione significa inesorabilmente favorire lo sfruttamento della stessa e la schiavitù delle ragazze”. La legge di iniziativa popolare della Comunità Papa Giovanni XXIII cancella l?art. 6-bis che, se approvato, “diventa una vera sciagura nazionale” prosegue il fondatore. “Mentre la nostra legge libera le ragazze schiave del sesso, stronca il traffico e il commercio di decine, decine, di migliaia di ragazze di cui il 40% arrivano minorenni e ristabilisce la dignità della donna che è un bene fondamentale dell?umanità. Dalla città di Rimini da cui è partita la liberazione delle ragazze schiavizzate e costrette a prostituirsi sulla strada e nei locali fin dal 1998 parte questa campagna di raccolta di firme che si estende a tutti Italia. Chiediamo a tutti gli uomini di buona volontà di aiutarci con una firma”.


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