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Un futuro assicurato insegnare a curarsi

La produzione? ecologica pillole ... depurate

di Redazione

Non ci basta solamente regalare medicinali o soldi al Sud del mondo, il nostro obiettivo è che i Paesi più poveri del globo, dove le possibilità di contagio del virus dell?Hiv sono più alte, siano in grado di far fronte da soli all?emergenza, con i loro medici e le loro strutture», in altre parole «insegniamo a pescare, non regaliamo il pesce». Così Jennifer Burbea, portavoce di Bristol-Myers Squibb Italia spiega la filosofia alla base di Secure the Future, il programma quinquennale, partito nel 2001, con cui la multinazionale farmaceutica contribuisce alla lotta contro l?Aids nei Paesi subsahariani. «Il nostro contributo economico si quantifica in 115 milioni di dollari», precisa la Burbea, sottolineando come «a un investimento iniziale di 100 milioni di dollari abbiamo aggiunto, in corso d?opera, un?altra tranche di 15 milioni che servirà a finanziare progetti in Senegal, Burkina Faso, Mali e Costa d?Avorio, che si vanno ad aggiungere a quelli già attivi, sono 52, in Botswana, Lesotho, Namibia, Sudafrica e Swaziland». Tecnicamente i finanziamenti saranno elargiti tramite la fondazione del gruppo, mentre per portare a termine con successo «una reale educazione sanitaria del personale medico», la Bristol ha aperto le porte del progetto ad alcune delle più attendibili istituzioni protagoniste della battaglia con il virus dell?Aids. «In questo momento», interviene Burbea, «possiamo contare sulla collaborazione della Bayor College of Medicine, del Catholic Medical Mission Board, dell?Harvard Aids Institute, di Medunsa, l?Università clinica del Sudafrica, del Texas Children?s Hospital e dell?Unaids, il programma delle Nazioni Unite contro l?Aids». Secure the Future non è l?unica freccia all?arco sociale della Bristol. Accanto a questo programma continuano ad operare altri piani di distribuzione di medicinali gratuiti o sottocosto. «Così puntiamo», commenta John McGoldrick ,vicepresidente, «a estendere e a valorizzare la vita umana anche nei Paesi più bisognosi». La produzione? ecologica pillole… depurate La Bracco ha abbracciato da anni la scelta della produzione ecologica. Come? «A parte il processo di riciclo dei solventi, nei nostri siti produttivi abbiamo da tempo attivato un impianto di depurazione a doppio stadio biologico, che esegue un processo di depurazione completo delle acque. Inoltre, sono attivi impianti di abbattimento delle emissioni atmosferiche, che vengono periodicamente monitorate e analizzate», spiega Daniela Arnoldi, responsabile Sicurezza ed ecologia del gruppo. Un?attività complessa, senza dubbio, e che che attiva, in tutti i team impegnati nella produzione, specifici momenti di impegno e cura nei confronti del monitoraggio e della valutazione del proprio lavoro sul campo. «Una delle attività più delicate è la valutazione dei cicli produttivi con sistemi di analisi del rischio redatta a check list, dove si registrano anche gli aspetti ambientali. Viene stilato un ?bilancio di materia? che riporta l?input nel processo produttivo di materie prime e ausiliari, e l?output che valuta quantitativamente e qualitativamente lo scarto, cioè quanto e che cosa va nell?atmosfera, nell?acqua e nei rifiuti, per ogni singolo impianto. Su questa base si decide l?intervento migliorativo». Bracco opera sul fronte ecologico anche a livello associativo. In particolare Diana Bracco è presidente di Responsible Care, il che dimostra l?impegno dell?impresa sui temi dell?ambiente ,della sicurezza e della salute.


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