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Colombia: Uribe nel mirino del New York Times

Il presidente della Colombia, quando era senatore dello stato di Antioquia, favorì il cartello di Medellin, essendo un ''amico personale'' di Pablo Escobar. Lo rivela un dossier

di Paolo Manzo

Il presidente della Colombia, Alvaro Uribe, quando nel 1991 era senatore dello stato di Antioquia, avrebbe favorito il cartello di Medellin, essendo un ”amico personale” del leader del cartello, Pablo Escobar, il ricchissimo boss che gestiva l’intero traffico di cocaina verso gli Stati Uniti -all’epoca la rivista ‘Fortune’ lo classifico’ il settimo uomo piu’ ricco del mondo- e che venne ucciso dalla polizia il 2 dicembre del 1993. A rivelare questa amicizia pericolosa dell’attuale presidente colombiano, alleato di Washington nella lotta al narcotraffico, e’ un rapporto di 13 anni fa , riporta il ‘New York Times’, un dossier indipendente del 23 settembre 1991, di recente declassificato dall’intelligence americana. Il 52enne Uribe, accusa il rapporto, ha avuto un ruolo nel tentativo di Escobar, coronato dal successo, di conquistare un seggio come membro ausiliario del Congresso; aveva rapporti non meglio identificati nel giro d’affari del narcotraffico negli Stati Uniti; quando era senatore si e’ opposto all’estradizione di trafficanti di droga negli Stati Uniti e suo padre, Alberto Uribe, e’ stato ucciso per i suoi legami con il mondo della droga. Una secca smentita in otto punti a quanto svelato dall’inchiesta del quotidiano americano e’ arrivata dal portavoce di Uribe, Ricardo Galan. Il rapporto era di natura ‘preliminare’, e’ la prima precisazione, poi Uribe nel 1991 stava studiando ad Harvard e non ha mai avuto rapporti di affari negli Stati Uniti. Nella nota Galan, riferisce ancora il ‘New York Times’, sottolinea inoltre che il padre di Uribe e’ stato ucciso dai ribelli marxisti che tentavano di rapirlo, precisa che l’allora senatore Uribe si e’ opposto a un referendum sull’estradizione, ma tace sulle affermazioni del rapporto a proposito della partecipazione di Uribe alla campagna che porto’ Escobar al Congresso. Ancora piu’ categorico il commento alle rivelazioni del rapporto da parte di Robert Zimmerman, portavoce del dipartimento di Stato americano. ”Sconfessiamo totalmente le accuse al presidente Uribe -afferma-. Non abbiamo alcuna informazione credibile che supporti le accuse contenute in rapporto del 1991 che non e’ stato preso in considerazione”. Durante i due anni di presidenza Uribe, con i finanziamenti di Washington, sono state distrutte vaste piantagioni di coca e circa 150 colombiani accusati di narcotraffico sono stati estradati negli Usa, piu’ del doppio di quelli estradati dal predecessore di Uribe, Andres Pastrana.


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