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Cooperazione & Relazioni internazionali

Tango-bond: giudice Usa ne pignora per 7 miliardi di dollari

La sentenza del giudice Thomas Griesa rappresenta una doccia fredda per Buenos Aires dopo la buona conclusione dell'offerta sui bond in default, che ha raggiunto il 76% di adesioni

di Paolo Manzo

Un giudice americano ha deciso di congelare 7miliardi di dollari del debito ristrutturato dall’Argentina depositato nella Bank of New York. La sentenza del giudice Thomas Griesa rappresenta una doccia fredda per Buenos Aires dopo la buona conclusione dell’offerta sui bond in default, che ha raggiunto il 76% di adesioni. Se il giudice dovesse confermare questa misura cautelare (l’udienza e’ prevista per martedi’), scrive questa mattina il quotidiano ”Clarin”, l’Argentina avrebbe difficolta’ a pagare i buoni del nuovo debito ai risparmiatori a partire dall’1 aprile, come aveva programmato. Il ricorso negli Stati Uniti era stato presentato, scrive il quotidiano, da un ”fondo avvoltoio” di Manhattan, ”Elliot”. In Argentina c’e’ grande sorpresa per la decisione del giudice, perche’ Elliot aveva soltanto l’1% dei bond che non sono rimasti fuori alla chiusura dell’offerta, pari a 20 milioni di dollari. La decisione del giudice di congelare 7miliardi di dollari appare dunque ”spropositata”, valutano i tecnici del settore. L’ordine cautelare del giudice non era stato nemmeno pubblicato sul sito ufficiale della Corte di New York. Elliot, spiega il ”Clarin”, aveva presentato ricorso sotto il nome di NML, una societa’ che sarebbe stata costituita ai Caraibi. L’intera pratica e’ stata svolta con il massimo della discrezione, ma a Buenos Aires nel governo sono convinti che gia’ mercoledi’ il Fondo monetario internazionale dovesse essere a conoscenza di questo provvedimento se il portavoce, Thomas Dawson, si era sbilanciato (a favore dell’Argentina) dichiarando che l’FMI non ha intenzione di esercitare pressioni su Buenos Aires per la riapertura dello swap per i creditori rimasti fuori alla chiusura dell’offerta di concambio. Il giudice Griesa aveva gia’ preso un provvedimento di questo tipo nei confronti dell’Argentina lo scorso anno, quando aveva bloccato fondi delle Poste, poi liberati perche’ aveva verificato che non si trattava di beni commerciali dello Stato.


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