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Perché abdica uno zar

Il capo del Dipartimento antidroga lascia per contrasti con il nuovo ministro competente, Giovanardi. E l’attesa conferenza nazionale...

di Stefano Arduini

La lettera di dimissioni ?irrevocabili? è stata recapitata in via Quintino Sella nella mattina di martedì 7 giugno. Dopo poco più di un anno, Nicola Carlesi, lo zar antidroga targato Alleanza nazionale, ha gettato la spugna per non meglio precisati «motivi personali» (e non «gravi motivi di salute» come hanno riportando in un primo momento alcuni organi di informazione) e ha lasciato vacante la poltrona di capo del Dipartimento antidroga. Dopo ore di silenzio, la conferma dell?addio è giunta nella redazione di Vita grazie a una fugace telefonata con Carlo Giovanardi, il ministro delegato delle politiche antidroga dopo la promozione di Fini alla Farnesina, che senza ulteriori commenti ha ammesso: «Sì. Carlesi se ne è andato». Non bisogna però pensare a un fulmine a ciel sereno. Fra Carlesi e Giovanardi l?amore non è mai scoppiato. Nell?ambiente in molti leggono nella formula «motivi personali», un modo elegante per togliere il disturbo in punta dei piedi, come nelle corde del carattere dello psichiatra abruzzese. I toni pacati però non traggano in inganno. Dietro le quinte dell?affair Carlesi si celano le ultime scosse del riassetto degli equilibri di maggioranza che hanno partorito il Berlusconi bis. Nel nuovo puzzle di governo la tessera del dipartimento antidroga era stata assegnata all?Udc e consegnata nelle mani del ministro ?ribelle? Giovanardi. Un nuovo assetto che Carlesi ha subìto solo per poche settimane, prima di prendersi dieci giorni di ferie. E proprio in questo periodo avrebbe maturato la decisione. Al rientro, il dado è tratto: dimissioni irrevocabili. Cosa succederà adesso? Dal Palazzo non trapelano nomi di possibili successori. Nella crisi però resterà impantanata quasi certamente la quarta Conferenza nazionale sulla droga che avrebbe dovuto tenersi a Pescara i prossimi 20, 21, 22 settembre. I più ottimisti prevedono uno slittamento di almeno due mesi e un contemporaneo spostamento di location (la città adriatica era stata indicata su preciso mandato dell?abruzzese Carlesi). Ma non sono pochi a pensare che il summit degli esperti di settore sia affondato insieme all?ex esponente di An. Intanto è già saltata la prima delle tre conferenze preparatorie prevista a Milano lo scorso 6 giugno. Mantiene la rotta invece il disegno di legge Fini che, anzi, da tutta questa vicenda potrebbe veder facilitato il cammino. Con i suoi 1.300 invitati la conferenza nazionale di Pescara avrebbe passato al setaccio la riforma dalla a alla zeta, rallentando inevitabilmente l?iter parlamentare del provvedimento. Con il rinvio ?sine die? degli Stati generali sulle tossicodipendenze, di fronte alla Fini si apre un?autostrada, priva di ostacoli apparenti.


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