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Droga, Giovanardi presenta il manifesto della Conferenza nazionale

Il ministro delegato conferma le date del 5/7 dicembre a Palermo. Il governo intanto presenta un sondaggio secondo cui la maggioranza degli italiani sarebbe proibizionista

di Stefano Arduini

La Conferenza nazionale sulla droga ”si fara’ a Palermo dal 5 al 7 dicembre” e ”sara’ aperta a tutte le parti coinvolte, dai Sert agli enti locali, dallo Stato agli operatori del privato sociale”: lo ha confermato il ministro Carlo Giovanardi, che ha la delega in materia di lotta alle tossicodipendenze. Il ministro ha precisato di aver avuto assicurazioni anche dal Cartello ‘Non incarcerate il nostro crescere’ (contrario al ddl Fini), che ha incontrato nei giorni scorsi, che partecipera’ all’evento. Nell’ambito della Conferenza, che avra’ per slogan ‘Insieme per costruire’, verranno costituiti quattro ‘gruppi tematici’: sulla doppia diagnosi; su prevenzione, comunicazione sociale e formazione; sul’adeguamento dei servizi alle nuove modalita’ di consumo; su carcere e droga. Quattro, infine, le sessioni di lavoro: una sul sistema dei servizi per tossicodipendenti e la legislazione in Europa; la seconda sui rapporti internazionali e la lotta al narcotraffico, la strategia antidroga e il Piano d’Azione Europa 2005-2012; la terza prevede un confronto tra operatori, amministratori locali, amministratori centrali dello Stato sui nodi critici dell’attuale sistema e gli scenari possibili; infine, la quarta sessione effettuera’ un’analisi critica della normativa vigente. No alla droga, non solo allo spaccio ma anche al consumo, entrambi da perseguire penalmente. La maggioranza degli italiani si dice proibizionista in tema di tossicodipendenze: il 57,6% infatti -stando al sondaggio nazionale presentato dal ministro per i rapporti con il Parlamento, con delega per le politiche antidroga, Carlo Giovanardi- afferma che ”lo Stato dovrebbe peseguire penalmente sia chi consuma droga che chi la commercia”. Sul lato opposto dei ‘liberisti’, invece, soltanto il 10% chiede di ”depenalizzare anche il commercio oltre che l’assunzione di stupefacenti”. In mezzo, si colloca un 32,4% di italiani convinti che si debba ”discriminare tra chi consuma droga, da non perseguire, e chi la spaccia, da perseguire penalmente”. Il sondaggio -condotto dal 3 al 5 ottobre scorsi su un campione rappresentativo telefonico di 2.500 italiani- mette in risalto che ben il 92,6% e’ favorevole a una regolamentazione sul tema droga, come del resto lo Stato ha gia’ fatto istituendo il divieto di fumo nei locali pubblici. Di qui, l’accordo manifestato dal 58,6% sulla definizione di una quantita’ di sostanza illegale, soglia che discrimini il consumatore dallo spacciatore. La stragrande maggioranza degli italiani, l’89% secondo il sondaggio illustrato dal ministro Giovanardi a palazzo Chigi, si dice d’accordo nel considerare tutte le droghe, ‘pesanti’ o ‘leggere’, seppure in misura diversa comunque ugualmente dannose per la salute fisica e psichica delle persone e per le possibili alterazioni del loro comportamento. Soltanto l’11% infatti accetta la distinzione netta fra droghe ‘leggere’ e droghe ‘pesanti’. Molto favorevoli ad ampliare le possibilita’ di recupero per chi fa uso di stupefacenti, rafforzando i programmi terapeutici alternativi alla detenzioni, sono il 61,4% degli intervistati e un ulteriore 32,8% non si dice contrario, seppur mostrando meno ‘entusiasmo’ per la proposta. Quanto al percorso in comunita’, per il 71% degli italiani puo’ avvenire direttamente, anche senza passare necessariamente per la struttura pubblica dei sert, come invece avviene finora.


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