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La disfida di Palermo

Antidroga. Carlo Giovanardi affida a Vita l’ultimo appello: «La Conferenza sarà un luogo di confronto aperto a tutti». Toni da battaglia e nessuna marcia indietro

di Stefano Arduini

Toni da battaglia e nessuna marcia indietro. A un mese dalla Conferenza di Palermo, il ministro Giovanardi non accenna a scendere dalle barricate. Nemmeno in questa intervista nella quale il delegato alle politiche antidroga affida a Vita l?ultimo appello: «La Conferenza sarà un luogo di confronto aperto a tutti». Vita: Ministro, non crede di aver avvelenato ulteriormente gli animi presentando proprio in questi giorni un sondaggio che descrive gli italiani come un popolo a larga maggioranza proibizionista? Carlo Giovanardi: Penso che sia utile agli operatori del settore conoscere l?opinione degli italiani in materia di droghe. E poi sinceramente queste polemiche mi sembrano pretestuose. La discussione sul ddl Fini in parlamento, e fuori, dura da quasi due anni. Durante questo periodo gli operatori pubblici e privati hanno avuto modo di esprimere le loro valutazioni. E il testo che il Consiglio dei ministri ha deciso di portare al vaglio della Conferenza di Palermo è frutto di questo dibattito. Dagli originari 106 articoli, infatti, siamo scesi a 20. Mi sembra evidente la scelta di accantonare i nodi più intricati e mandare avanti solo quei passaggi condivisi. Vita: Quali novità introduce questa legge stralcio? Giovanardi: La norma ha tre obiettivi. Primo, fornire agli investigatori e alla magistratura uno strumento che permetta di distinguere con certezza il confine fra consumo personale e spaccio. Adesso invece tutto è consegnato alla discrezionalità del giudice e così con quattro chili di eroina si può essere assolti e con quattro grammi di hashish si può invece finire dentro. Secondo: facilitare l?accesso alle misure alternative al carcere per le persone tossicodipendenti che abbiano commesso reati. Terzo: consentire la certificazione dello stato di tossicodipendenza alle strutture private che ne abbiano le competenze. Vita: Molti operatori lamentano il fatto di non aver potuto visionare in anticipo la nuova versione del provvedimento. Non poteva presentarla prima in Consulta? Giovanardi: Ho potuto rendere pubblico il testo solo nel momento in cui il relatore, il senatore di Forza Italia, Flavio Tredese, ha depositato in commissione l?articolato. Vita: Quando arriverà in aula? Giovanardi: Non prima di averlo discusso a Palermo. Quello sarà il palcoscenico adatto per proporre modi-fiche. Voglio tranquillizzare tutti: non c?è nulla di blindato, tutto è ancora discutibile e modificabile. Vita: A Palermo però mancheranno le voci più critiche. Questa Conferenza non rischia di trasformarsi in una passarella preelettorale filogovernativa? Giovanardi: Come fa ad essere una conferenza di parte se saranno presenti il più importante network di comunità, la Fict, tantissimi parlamentari e altrettanti operatori pubblici? Vita: A dire il vero la Federserd, ossia la federazione dei Sert, non ci sarà, così come le Regioni? Giovanardi: La Federserd, per voce del suo presidente Alessandro Coacci, mi aveva assicurato la presenza. Poi il direttivo si è riunito quando lui era in ospedale per un?operazione d?urgenza e hanno fatto marcia indietro. Inspiegabilmente. Inspiegabile è anche la posizione del Cnca. Mi chiedono assicurazioni che la legge non venga approvata prima di Palermo. Io gliele do. E loro decidono di dare forfait. Vita: In primavera si vota. Se si aprisse davvero un confronto probabilmente i tempi si dilatererebbero, con il rischio di rinviare il pacchetto alla prossima legislatura? Giovanardi: I tempi ci sono. L?urgenza è determinata anche dal fatto che questa è una delle pochissime proposte di legge governative a non aver ancora concluso l?iter. Vita: Torniamo a Palermo. Uno dei capi d?accusa è stata la scelta di pagare ai 1.300 ospiti previsti il viaggio, il pernottamento e la visita turistica della città. Giovanardi: Gli ospiti a pagamento non saranno più di 400. Mi sembra normale agevolare la partecipazione, come del resto era stato fatto nelle precedenti edizioni. Vita: Tanta generosità però stona di fronte ai debiti che il Dipartimento ancora deve a molte comunità. Giovanardi: Entro dicembre saranno estinti i pregressi relativi ai progetti del triennio 1999/2001. Vita: Di quanti fondi dispone attualmente il Dipartimento antidroga? Giovanardi: 16 milioni di euro spalmati su 7 progetti. Undici milioni saranno utilizzati per consentire un miglior trattamento dei detenuti tossicodipendenti. Qui sarà importante il ruolo delle comunità terapeutiche. Vita: Secondo le malelingue, però, questi fondi sono già stati assegnati alle comunità più in linea con le tesi governative? Giovanardi: I tecnici del Dipartimento hanno elaborato una serie di standard e le risorse sono state impegnate in base a queste indicazioni. Se qualcuno però pensa di essere stato penalizzato e di possedere i requisiti necessari, me lo faccia sapere. La porta è aperta. Dicembre 2005: la resa dei conti La conferenza nazionale si terrà in Sicilia Con il via libera del Consiglio dei ministri del 28 ottobre si è avuta la certezza dello svolgimento della IV Conferenza nazionale antidroga che si celebrerà a Palermo dal 5 al 7 dicembre. Si tratta del più importante appuntamento sulle politiche di contrasto alle tossicodipendenze da cinque anni a questa parte. Infatti, benché la legge li preveda ogni tre anni, gli ultimi Stati generali si erano tenuti a Genova nel novembre del 2000. La IV Conferenza era già stata calendarizzata a Pescara per settembre. Poi ,all?ultimo momento tutto è saltato in seguito alle inattese e mai chiarite dimissioni del capo del Dipartimento antidroga, Nicola Carlesi. A che cosa serve la Conferenza? In base alla legge, scopo dell?assise è la presentazione al parlamento di una relazione che contenga le proposte e le critiche degli operatori del settore rispetto al sistema di regole e alle pratiche in vigore. Le osservazioni devono costituire la base per il dibattito parlamentare. La IV Conferenza però nasce nel solco delle asprissime polemiche che hanno accompagnato la politica antidroga dell?attuale maggioranza, che nel maggio del 2004, prima di convocare il summit, ha presentato in pompa magna, su pressione del leader di An Fini, la riforma del Testo unico. Un maxi provvedimento di 106 articoli che il ministro Giovanardi, che a maggio aveva sfilato la delega proprio dalle tasche di Fini, ha ridotto a soli 20 articoli. Questa sarà la versione che il governo porterà al tavolo di Palermo. Chi ci andrà? Al volante della macchina organizzativa Giovanardi ha chiamato, alla fine di settembre, il prefetto Pietro Soggiu, ex commissario straordinario antidroga, defenestrato senza tante spiegazioni nel marzo 2004 per fare spazio allo psichiatra, in quota An, Carlesi. Soggiu, interpellato da Vita, ha dichiarato di «aver spedito 1.500 inviti». Molti di questi però sono stati rimandati al mittente, malgrado fosse stato assicurato ad almeno 400 esperti il pagamento di viaggio, pernottamento e visita alla città. A un mese dall?apertura dei lavori, il fronte del privato sociale è clamorosamente spaccato in due fra chi andrà a Palermo e chi darà forfait, come dimostra la tabella che pubblichiamo a lato. I finanziamenti. Nel portafoglio del ministro Giovanardi ci sono 16 milioni di euro da spendere entro fine legislatura, 11 dei quali serviranno per finanziare progetti per il trattamento dei detenuti tossicodipendenti carcerati e in misura alternativa. Queste attività saranno gestite in larga misura dalle comunità terapeutiche. Quali? Dal Dipartimento non filtrano ancora nomi ufficiali, ma una fonte interna – alla quale abbiamo assicurato l?anonimato – rivela che a dividersi la torta saranno cinque comunità: San Patrignano di Muccioli, Comunità Incontro di don Pierino Gelmini, Mondo X di padre Eligio Gelmini, Papa Giovanni XXIII di don Benzi e Comunità promozione umana di don Chino Pezzoli. Operatori, la spaccatura Di qua e di là. Gli operatori che si occupano delle tematiche inerenti al recupero dei tossicodipendenti stanno vivendo un momento drammatico. La spaccatura fra chi ha scelto di partecipare all?appuntamento di Palermo e chi invece starà a casa è ormai profondissima. In questa tabella abbiamo registrato alcune riflessioni dei rappresentanti del privato sociale presenti nella Consulta del Dipartimento nazionale antidroga, della Federazione dei servizi pubblici e del portavoce degli assessorati regionali alle Politiche sociali. a cura di Chiara Sirna Chi andrà a Palermo Fict «Siamo disposti anche a perdere del tempo, ma non possiamo certo tappare la via del dialogo», dice il vicepresidente Celestino Zanoni. «Del resto aspettavamo la Conferenza da oltre due anni. In ogni caso siamo già pronti alla battaglia del dopo Palermo» . Villa Maraini Il presidente Massimo Barra: «Non si può chiedere una Conferenza per poi non presentarsi. La contrapposizione politica tra destra e sinistra ci lascia del tutto estranei. A noi interessano i tossicomani e per loro faremo il nostro dovere». Comunità Papa Giovanni XXIII «Andrò perché vado ovunque mi diano la possibilità di parlare», commenta don Oreste Benzi, «non si può giocare sulla pelle dei tossicodipendenti. Se la casa brucia bisogna spegnere l?incendio e far nascere nuova vita. Vedremo quel che accadrà. Il giudizio lo rimando al dopo conferenza». Comunità Rinascita «Saremo presenti pur non condividendo le linee di governo», spiega Roberto Cafiso. «Ci sono molte questioni da discutere. A nostro avviso gli assenti hanno sempre torto». Comunità Il Delfino «Abbiamo aderito alla conferenza perché è prevista dalla legge e perché siamo interessati ad ascoltare», dice Renato Caforio . «Teniamo soprattutto alle conclusioni che verranno poi trasmesse al parlamento. Si può sempre partecipare e dissentire». Ceis «È una questione istituzionale e come tale richiede la responsabilità di tutti gli operatori », commenta Andrea De Dominicis. «Voltaire diceva ?Non sono d?accordo con te ma mi ucciderei per darti la possibilità di parlare?. Parteciperemo e daremo voce alle nostre posizioni». Comunità Incontro «Ci hanno sempre detto che è un dovere essere presenti e dunque non mancheremo», dice Aldo Curiotto. «Andarci è un dovere civico. Ci dispiace per il ritardo, ma la comunità condivide l?idea che il governo debba dare delle direttive». Gruppo Valdinievole «Ci saremo perché la conferenza nazionale è un momento di incontro importante», afferma Giovanni Moschini. «La legge Fini è una buona legge, che però va rivista e questo è un motivo in più per andarci. Continuando con le strategie di partito anziché con quelle politiche, saranno sempre di più a morire per le strade». San Patrignano «Parteciperemo, così come abbiamo sempre partecipato alle conferenze nazionali fatte finora», fa sapere Carlo Bozzo. «Quando si parla di droga San Patrignano c?è, in ogni caso e a qualsiasi condizione». Agaras «Ci presenteremo sicuramente sperando di vedere cose nuove, anche se nutro seri dubbi», spiega Luigi Bertacco. «C?è bisogno di una legge vera e applicabile, in cui non manchino mezzi e strumenti. E poi si deve definitivamente chiarire che non c?è differenza tra droghe leggere e pesanti». Fondazione Promozione Umana «Ci siamo preparati per mesi», afferma don Mario Sozzi, «non capisco chi si ritira all?ultimo momento. Le questioni da discutere sono sul tavolo da tempo. E poi ben venga una Conferenza in questo momento, con i riflettori accesi sul boom di cocaina. Farla saltare vorrebbe dire rimandare decisioni importanti ed efficaci iniziative di contrasto». Chi non ci andrà Comunità Saman «Non andremo perché Saman non si fida di Giovanardi», commenta Achille Saletti, «siamo anche usciti dalla Consulta. Avevamo chiesto garanzie di rappresentanza e invece ci sono state tolte. La situazione è precipitata da quando è andato via Carlesi. È saltato il rapporto di fiducia e di collaborazione». Exodus «Dopo cinque anni buttati al vento, tenere una Conferenza sotto Finanziaria ed elezioni mi sembra una scelta folle». Don Antonio Mazzi ha quindi deciso «di inviare a Palermo solo due osservatori che però non prenderanno la parola». Quanto alle spese di viaggio, «dal ministro non voglio nulla, ci penseremo da soli». Cnca «Andare a Palermo ormai ha perso ogni significato. Il ministro, infatti, ha deciso di presentare un testo che secondo noi non è emendabile, è semplicemente da gettare nel cestino della spazzatura. Si punta tutto sull?area penale e si criminalizza l?uso di droghe leggere, oltre a porre le fondamente per un vero e proprio obbrobrio: i Sert privati», spiega Riccardo De Facci. Federserd Anche la Federazione dei Sert ha deciso di mancare l?appuntamento siciliano. «Sarà un palcoscenico vuoto, perché saremmo dovuti andare?», si chiede il vicepresidente Guido Faillace, che aggiunge, «la legge stralcio ha tolto il velo alle vere intenzioni del governo: il controllo di polizia sui consumatori». «Tanto più», continua Faillace, «che malgrado le assicurazioni che ci erano state date, nelle tabelle ancora una volta si penalizzano i cannabinoidi e si è di manica larga con la cocaina». Regioni Il rappresentante degli assessori sociali delle Regioni in Conferenza Stato-Regioni, Antonio De Poli annuncia che «a Palermo le Regioni non andranno. Una decisione nata anche dalla delusione determinata dal taglio al fondo sociale 2005. Solo tre Regioni su 20 manderanno propri rappresentanti: Sicilia, Veneto e Lombardia, quelle guidate da maggioranze di centrodestra». Indeciso Comunità Padre Lo Bue «Stiamo aspettando la decisione del coordinamento regionale delle comunità siciliane», spiega padre Salvatore Lo Bue. «Intanto continuiamo a lavorare in Consulta. Potrebbe anche essere una beffa, vista la situazione paradossale della Sicilia: da noi i finanziamenti di progetti sono fermi al 1999, la legge Lumia non è ancora stata recepita e abbiamo le rette più basse d?Italia. Può darsi però che la conferenza possa servire da stimolo».


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