Education & Scuola

il laureato in mano allo strozzino

Parla Maurizio Fiasco, sociologo alla Cattolica di Roma

di Chiara Sirna

«A nutrire l?usura oggi è l?esplosione dell?azzardo di massa». Maurizio Fiasco, sociologo della devianza alla Cattolica di Roma, non ha dubbi: «Nel 1992, la spesa degli italiani per i giochi pubblici ammontava a circa 6 miliardi di euro, nel 2004 invece è lievitata a 24 miliardi. E le stime per il 2005 parlano di un ulteriore incremento. Con l?aggravante che la metà della spesa un tempo dedicata a giochi come il lotto, oggi è indirizzata sulle slot-machine: ciò significa passare da fenomeni di usura grandi come volume ma concentrati su una popolazione contenuta, a una polverizzazione di ricorsi allo strozzinaggio». Quelli del gioco d?azzardo sono solo alcuni dei numeri, impressionanti, contenuti nel rapporto Dimensioni e caratteristiche del debito a usura nelle regioni e nelle province d?Italia, che viene presentato il 22 novembre in occasione del decennale della Consulta delle fondazioni antiusura. Rapporto da cui emerge un identikit inaspettato dell?italiano che ricorre allo strozzino nell?anno domini 2005: libero professionista, in possesso di laurea e residente in una grande città. «Povero di denaro, ma non di risorse produttive», lo definisce Fiasco. Spiegando che spesso rimane vittima dello strozzino chi fatica a pagare il mutuo o l?affitto e che l?emergenza abitativa in cui annaspa il 25% della popolazione ha fatto da volano a un fenomeno tipico del passato: «Il ricorso all?usura come finanziamento alla sussistenza». Vita: Quante persone si rivolgono allo strozzino per riuscire a pagare beni primari come la casa? Maurizio Fiasco: Fra le 30 e le 40mila, più o meno il 20% della popolazione che finisce vittima dell?usura. Siamo tornati alle proporzioni di metà anni 90, della stretta fiscale e dell?innalzamento dei mutui. Con la differenza che, oggi, si rivolgono allo strozzino persone con un?istruzione, dagli architetti che lavorano per gli enti pubblici perennemente in ritardo sui pagamenti ai formatori, dagli studi professionali alle piccole società di consulenza. Lavoratori atipici, senza contratti di co.co.co o co.pro. Vita: Il rapporto fotografa altre ?vittime? che non ci si aspettava? Fiasco: Sì, le famiglie di ceto medio con doppio reddito che contavano sul primo stipendio per pagare investimenti come il mutuo e sul secondo per fronteggiare i consumi con un?integrazione del reddito basata su un piccolo portafoglio azionario. Tra il 2000 e il 2001, con il crollo del mercato azionario e la precarizzazione del ceto medio, sono venute meno molte delle loro entrate. Difficile stimare il numero di queste famiglie in difficoltà, ma un indicatore certo è l?aumento dei tassi di insolvenza per i mutui casa registrato dalla Banca d?Italia. Vita: Quali sono le altre ragioni per cui le famiglie italiane ricorrono all?usura? Fiasco: Abbiamo riscontrato casi di genitori che chiedono prestiti allo strozzino per assicurare un posto di lavoro al loro figlio: non sono rari i casi di personaggi che assicurano di trovare un impiego in cambio dell?anticipo di un anno di stipendio. Vita: Si sono creati nuovi canali e soggetti di usura? Fiasco: Quella legata all?immigrazione, agli anticipi per extracomunitari che devono affrontare un lungo viaggio per arrivare in Europa, si è organizzata con uffici nei paesi di partenza e in quelli di arrivo. Mi riferisco, soprattutto, all?immigrazione asiatica e proveniente dall?Africa subshariana. Vita: A quanto ammonta il debito accumulato dagli extracomunitari per arrivare in Europa? Fiasco: Il fenomeno riguarda circa 600mila persone, su volumi individualmente contenuti, diciamo 15mila euro. Il problema è che, una volta in Italia, per ripagare il debito sono costretti a sfruttare uno o più connazionali promuovendo i servizi dello strozzino da cui hanno avuto il prestito. Cosa dice la legge su fondo ed enti L?art. 15 della legge 108 del 1996 ha istituito, presso il ministero del Tesoro, il Fondo per la prevenzione del fenomeno dell?usura. La dotazione patrimoniale del Fondo è utilizzata per finanziare, per il 70%, i fondi speciali antiusura costituiti dai Confidi e, per il rimanente 30%, le fondazioni e le associazioni riconosciute per la prevenzione del fenomeno dell?usura (art. 15.1). Il ruolo attribuito dalla legge alle fondazioni e associazioni riconosciute per la prevenzione del fenomeno dell?usura: quelle iscritte presso apposito elenco tenuto dal ministro del Tesoro, perseguono il loro scopo di «prevenzione del fenomeno dell?usura, anche attraverso forme di tutela, assistenza e informazione» (art. 15.4), prestando «garanzie alle banche e agli intermediari finanziari al fine di favorire l?erogazione di finanziamenti a soggetti che, pur essendo meritevoli in base ai criteri fissati nei relativi statuti, incontrano difficoltà di accesso al credito» (art. 15.6). Prometto: 20 milioni subito Parla Alfredo Mantovano, viceministro degli interni Martedì 15 novembre, il sottosegretario al ministero dell?Interno, Alfredo Mantovano ha avuto una giornata intensa e tutta sotto il segno del contrasto all?usura e al racket. A fine serata, però, trova il tempo per rispondere con attenzione e pazienza alle domande del cronista di Vita sull?argomento. Vita: Le Fondazioni antiusura lanciano un allarme drammatico: da cinque anni il fondo non viene rifinanziato. Alfredo Mantovano: Quello che è mancato è stato un finanziamento diretto del fondo di prevenzione all?usura (articolo 15 della legge 108/1996). Nel portafoglio i soldi c?erano e destinati a combattere l?usura, solo che avevano un titolo diverso. Infatti, nei primi anni della legislatura è stato usato il residuo del fondo di prevenzione all?usura, che si era esaurito. Su mio impulso diretto abbiamo ovviato a tale inconveniente, ottenendo che i fondi – anche se sotto un titolo diverso – si trovassero. Resta il problema di armonizzare le norme. Vita: Come intende ovviare all?inconveniente? Mantovano: Non è sufficiente un atto amministrativo, come abbiamo fatto finora, c?è bisogno di una vera e propria norma di legge, anche perché parliamo, appunto, di diverse voci di bilancio dello Stato. Ho già messo al lavoro i miei uffici e parlato con il presidente della Commissione anti-usura. Serve una norma che autorizzi il ministero dell?Interno e il Commissario antiracket a utilizzare le risorse del fondo antiracket e prevenzione usura in modo sinergico. Inoltre, a questo fondo dobbiamo aggiungere anche il ricavato dalle sanzioni contro il riciclaggio, una voce di bilancio non alta, dal punto di vista contabile, ma nemmeno da scartare. In ogni caso, posso garantire da subito che saranno almeno 20 i milioni di euro che, tra forme dirette e indirette, verranno utilizzati a questo scopo. Vita: Si tratta di un problema sociale, non solo contabile… Mantovano: Assolutamente sì. Come ho detto prendendo parte al convegno organizzato dall?Abi su Usura e indebitamento, un convegno davvero importante considerando che il gioco d?azzardo è una delle cause principali dell?usura e del sovraindebitamento degli italiani. Lo Stato interviene, e bene, con azioni di repressione e prevenzione ma tutto questo non basta. Quello che manca è la denuncia da parte di chi è colpito. Faccio appello, anche dalle colonne di Vita, agli usurati perché denuncino i ricatti che subiscono. Insomma, la risposta in termini di prevenzione non manca, quello che troppe volte manca è la denuncia.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA