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Dipendenze, le linee portanti della Fict

I tre punti della Federazione: centralità della persona, ottimizzazione delle risorse e formazione degli operatori

di Redazione

Nella recente Conferenza Nazionale di Palermo la FICT ha presentato un Documento in cui ha avanzato una serie di proposte migliorative allo stralcio di Legge che il Governo è intenzionato a presentare in Parlamento nel corso della presente legislatura. In questa sede La FICT intende porre l?attenzione sulle linee portanti che devono essere poste alla base di ogni ?politica delle dipendenze? attenta ai bisogni della persona: Centralità della persona, ottimizzazione delle risorse e formazione degli operatori. 1. Centralità della persona Porre la persona al centro dell?intervento significa dare preminenza alla dimensione educativa rispetto a quella repressiva. Partendo da questa convinzione, la FICT, nel Documento presentato alla Conferenza di Palermo, in alternativa alle sanzioni amministrative ipotizza ?interventi che tengano conto prioritariamente dell?età della persona che trasgredisce? e propone che ?per il minorenne sia prevista una progressività di interventi educativi e/o riabilitativi, concordati con un?équipe educativa territoriale che opera in stretta collaborazione con la famiglia.? L?obiettivo ultimo non è punire chi trasgredisce ma, soprattutto se minorenne, fornirgli idonei strumenti di riflessione che ne favoriscano il cambiamento. Ci sono poi alcune situazioni nelle quali sembra più difficile ?vedere? la persona, quali: la Legge 309/90 prevede la possibilità, per il detenuto per droga con una pena non superiore a quattro anni, di usufruire delle misure alternative. Il citato ?stralcio? estende ulteriormente questa possibilità portandola a sei anni. La norma ci trova pienamente d?accordo poiché pone la persona nella condizione di sostituire una misura repressiva con un percorso educativo. Però c?è un problema: oggi questa norma trova applicazione solo in pochi casi. Non certo per mancanza di strutture: oggi le Comunità hanno molti posti liberi; né per mancanza di risorse economiche: una persona in carcere costa 300 euro al giorno, in Comunità costa da 40 a 60 euro al giorno. 2. Ottimizzazione delle risorse Oggi è sentito come indilazionabile il bisogno di sommare le poche forze in campo rafforzando la collaborazione fino a giungere alla piena integrazione dei servizi pubblico e privato sociale.Il risultato di questa integrazione non potrà che essere un?accresciuta efficacia degli interventi e una loro maggiore economicità. Un modello concreto e ampiamente condiviso di integrazione dei servizi è delineato nel Documento ?Alta Integrazione? elaborato e sottoscritto nel 2003 dalle tre grandi organizzazioni nazionali: FederSerD-FICT-CNCA. In estrema sintesi, questo Documento propone un modello secondo il quale: – Sert e Comunità sono realtà che, nel rispetto delle diverse specificità, si integrano per erogare servizi; – il dipartimento è il luogo dove i servizi pubblici (statali e privati), in pari dignità, rilevano i bisogni, individuano le risposte, programmano gli interventi e allocano le risorse sulla base del budget assegnato dalla Regione direttamente o tramite l?Asl territoriale. L?ottimizzazione delle risorse passa anche attraverso la programmazione degli interventi frutto del confronto tra gli operatori dei Servizi, di tutti gli operatori statali e privati, operanti all?interno del dipartimento. Ma nessuna seria programmazione può essere fatta senza la disponibilità di risorse certe e adeguate agli interventi richiesti. E qui si apre un problema che non è solo di natura economica: tra una Regione e l?altra vi sono, a volte, diversità tali di budget e di attuazione dell?Atto di Intesa che sembra di essere in Stati diversi. E questo con evidenti danni all?efficacia degli interventi stessi. Senza entrare nel merito delle competenze e delle autonomie di ciascuno chiediamo che si addivenga ad una maggiore omogeneità negli interventi sul territorio nazionale. 3. Formazione degli operatori La FICT ha impegnato molte risorse per la formazione degli operatori: nel 1996, ha dato vita all?Istituto Progetto Uomo per la formazione, a livello universitario, degli operatori del settore. Le normative nazionali e regionali esigono operatori con precise qualifiche professionali. I SerT e le Comunità richiedono operatori che, oltre al ?titolo? accademico, posseggano una specifica preparazione. Sul territorio nazionale mancano, purtroppo, Scuole di Formazione in grado di preparare Operatori qualificati che rispondano a questo bisogno. Chiediamo che l?università inserisca, all?interno dei diversi corsi di laurea, materie miranti all?approfondimento scientifico delle problematiche connesse alla dipendenza da sostanze (dalla chimica delle sostanze, agli aspetti legati alla farmacopea, alla medicina,?). Proponiamo, in conclusione, una modalità operativa che spinga i legislatori nazionali e regionali a coinvolgere attivamente le organizzazioni degli Operatori presenti sul territorio, quelle ?amiche? e le altre – ogni qualvolta si accingono ad emanare leggi o a dettare norme in materia di dipendenza da sostanze.


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