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Droga. Acli, Agesci, Cisl ed Exodus contro il governo

"Promozione, prevenzione ed inclusione sono questioni determinanti che rimangono inevase"

di Redazione

Un decreto lontano dalla realtà e dalle persone. Acli, Agesci, Cisl ed Exodus criticano duramente, in una nota congiunta, i contenuti e le modalità con cui si sta portando a compimento il disegno di legge Fini sulle tossicodipendenze. Quella punitiva, infatti, non può essere l’unica risposta a fronte di un problema – quello della droga – molto complesso e con implicazioni diversissime. Promozione, prevenzione ed inclusione sono questioni determinanti che rimangono inevase. Appare inoltre incomprensibile la scelta di includere un emendamento così importante e delicato all’interno di un decreto legge – quello sulle olimpiadi di Torino – dedicato ad un tema del tutto estraneo. Segue la dichiarazione congiunta di don Antonio Mazzi (Exodus), Gigi Bonfanti (Cisl), Luigi Bobba (Acli) e Chiara Sapigni e Marco Sala (Agesci): «Il Decreto sulle tossicodipendenze appena approvato al Senato è lontano dalla realtà è lontano dalle persone. Si vuole dare una sola risposta, quella punitiva, a fronte di un problema complesso e con implicazioni diversissime. Siamo in una realtà in cui le persone, soprattutto i giovani, che ogni giorno incontriamo nelle nostre attività, sempre più spesso hanno a che fare con le droghe in contesti e per motivi diversissimi tra loro, in cui solo facendosi carico della fatica di accompagnare e rafforzare si può essere di aiuto. Sperimentiamo che il ?recupero? di chi è in uno stato di dipendenza patologica è proprio la connessione tra progetto individuale centrato sulla persona, scelta di cambiare, immissione in una rete feconda di rapporti e possibilità di percorsi. Oltre a ciò, le politiche di inclusione, familiari, di promozione sociale sono in grave crisi, anche a causa dei pesanti tagli 2005/2006 alla spesa sociale. Mentre sarebbe invece necessario investire in prevenzione, in conciliazione dei tempi di vita, in socializzazione, in costruzione della rete, in coinvolgimento di tutti gli attori sociali. Di fronte a tutto ciò, ci viene proposto un decreto che parla di punizione, di ampliamento delle risposte di tipo carcerario, affermando che ?tutte le droghe sono uguali e tutti i ragazzi che detengono droghe sono uguali?. Ci viene presentato un decreto che non si preoccupa del fatto che le Regioni e la grande maggioranza di operatori pubblici e privati, volontari, sindacalisti, studiosi, farmacologi si siano opposti a questa impostazione e abbiano chiesto di aprire una dibattito più aperto e profondo. Il decreto non parla di promozione, prevenzione, inclusione, ma affida ad un successivo decreto la decisione su quale persona dovrà finire in carcere e quale avrà pene amministrative. La discussione è tutta incentrata sulle sostanze, restando lontana dalla vita delle persone e lontana dalla realtà. Da sempre ci siamo opposti al disegno di legge Fini, ma oggi la nostra contrarietà è ancora più netta per le modalità con cui è stato proposto. Il dibattito, infatti, è stato limitato dalla richiesta del voto di fiducia. Il decreto è stato presentato agli sgoccioli di legislatura, non rendendo merito di tutto il lavoro che in questo settore quotidianamente tante persone realizzano. Infine, appare incomprensibile la scelta di includere un emendamento così importante e delicato all’interno di un decreto legge – quello sulle olimpiadi di Torino – dedicato ad un tema del tutto estraneo».


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