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A scuola, manuali bellicosi

Egitto, cinque milioni di fedeli, in maggioranza copti

di Redazione

Sarà per la Coppa d?Africa, ma di egiziani in giro a manifestare contro l?Occidente non se ne è visto nemmeno uno. Anche se scontri non sono mancati, come quelli nel villaggio di Al-Ayat, a sud del Cairo, per impedire l?apertura di un centro culturale dei copti. Eppure l?Egitto è la terra di adozione dei Fratelli musulmani, da sempre favorevoli all?instaurazione di uno Stato islamico fondato sulla Sharia. «Qui», spiega padre Claudio Lurati, il superiore dei Comboniani a Il Cairo, «i cristiani sono arrivati prima dei musulmani e sono una minoranza di grande consistenza». In tutto cinque milioni di fedeli rispetto ai quali «nessuno, nelle ultime settimane, ha manifestato la benché minima ostilità». E una spiegazione c?è, a detta di Lurati: «Se in Occidente i valori morali sono stati azzerati, in Egitto musulmani e cristiani sono convinti che ci sono dei limiti che non si possono superare». Senza contare il ruolo che sicuramente il regime di Mubarak ha giocato nella gestione della vicenda (come del resto tutti i governi autoritari della zona).Gli elementi di preoccupazione, tuttavia, non mancano. In particolare Lurati cita «la penetrazione dell?Islam radicale in alcuni ambienti culturali decisivi per il futuro del paese. È il caso delle scuole pubbliche, dove i ragazzi egiziani stanno crescendo con manuali scolastici in cui gli attacchi ai simboli della cristianità sono ricorrenti».


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