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Spagna: un “Piano Africa” contro l’immigrazione clandestina

Emergenza flussi migranti dall'Africa sub-sahariana. Per contrastare il fenomeno, il premier spagnolo vuole coinvolgere sei paesi africani e l'Unione europeo

di Joshua Massarenti

Zapatero corre ai ripari. Di fronte al flusso continuo di immigrati clandestini dall’Africa che sta invadendo la Spagna, riversandosi sulle coste delle Canarie, il governo Zapatero ha deciso di lanciare un piano – il ”Piano Africa” – per contrastare un fenomeno ormai fuori controllo e che, secondo il governo spagnolo, non colpisce solo la Spagna, ma tutta l’Europa. Dopo le tragedie di Melilla e di Ceuta dell’autunno scorso (una cinquantina di immigrati morirono per la repressione brutale della polizia marocchina nel tentativo di infiltrarsi nelle enclave autonome spagnole), l’arcipelago delle Canarie, e in particolare Tenerife, è diventato la nuova destinazione scelta dai trafficanti di esseri umani. Con il rafforzamento dei controlli lungo le frontiere ispano-marocchine, i candidati all’emigrazione (in maggioranza senegalesi, maliani, nigerini, ma anche sierraleonesi, ivoriani e persino congolesi) hanno deciso di cambiare rotta e scegliere la Mauritania come punto di partenza verso l’eldorado europeo. Dall’inizio del 2006, oltre 7mila clandestini sono riusciti a sbarcare sull’arcipelago spagnolo, mentre altre centinaia sono morti durante l’odissea nell’Atlantico. Se dovesse proseguire con la stessa intesità, il fenomeno rischia di sbriciolare fra poche settimane il record assoluto di 9.929 sbarchi clandestini dell’intero 2002. Finora, tutte le misure di controllo e di sicurezza prese dalle autorità spagnole e quelle mauritane sono risultate insufficienti per limitare partenze e sbarchi. Una volta sbarcati, i clandestini, reduci da una fortunosa navigazione in mare per 1.500 chilometri sul mare, o vengono espulsi o fermati per 40 giorni, trascorsi i quali vengono rilasciati nella Spagna continentale, senza documenti ma liberi di circolare. Non solo in Spagna, me nel resto del continente europeo. Per questo Zapatero ha sollecitato l’appoggio della Commissione europea, “perché il problema non si ferma ai pirenei”. Il “Piano Africa”, che durera’ tre anni e sara’ inaugurato da una tournee’ nell’Africa subsahariana del sottosegretario agli esteri Bernardino Leon, prevede secondo l’Ansa “l’apertura di ambasciate in Mali, Sudan e Capo Verde per rinforzare una presenza diplomatica un po’ debole sul continente e per veicolare piu’ speditamente e piu’ efficacemente aiuti umanitari, interventi di cooperazione ed incoraggiare i migranti a restare nei Paesi d’origine”. Il Piano, con base a Dakar, nel Senegal, coinvolgerà altri cinque paesi: Gambia, Capo Verde, Guinea-Bissau, Guinea e Niger. E’ inoltre prevista a breve la firma di accordi di rimpatrio con Senegal, Mali e Gambia. ”Stiamo lavorando per bloccare la partenza dei migranti alla fonte”, ha dichiarato ieri la vicepremier, Maria Teresa Fernandez de la Vega. Ma Madrid intende coinvolgere anche l’Unione europea con la richiesta di aiuti finanziari, di attrezzature e di uomini. Intanto il sottosegretario agli esteri Alberto Navarro venerdi’ incontra a Parigi l’omologa francese, Catherine Colonna, con la quale preparera’ la prima di due conferenze euro-africane sull’immigrazione, prevista il 10-11 luglio a Rabat. la prossima invece si svolgera’ ad Algeri”.


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