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Corsi di formazione sulle energie rinnovabili

Li organizza l'Unesco

di Redazione

?Fino a quattro o cinque anni fa parlare di fonti energetiche rinnovabili nel mondo era come parlare di fantascienza. Oggi tutti ne discutono, tutti vogliono sapere e l?interesse non è solo occidentale, ma radicato anche in oriente e negli stessi Paesi Opec, dove si prospettano incredibili investimenti in materia?. Lo ha dichiarato durante il dibattito della seconda giornata di lavori della sesta edizione del meeting di San Rossore, sull’energia e le fonti rinnovabili, in corso nell’ex-tenuta presidenziale in provincia di Pisa, Silvio Dottorini, responsabile europeo per le innovazioni scientifiche e tecnologiche dell’Unesco. Dottorini ha spiegato come negli anni l?organismo internazionale sia stato in prima linea in campagne di e-learning via satellite nel mondo, e adesso stia procedendo ad un?analoga opera di formazione a distanza, tramite internet, proprio sul tema delle fonti di energia alternative. ?L?ufficio Unesco – ha speigato – che si occupa di scienza e tecnologia si trova a Venezia e proprio da là, a partire da maggio, stiamo conducendo una campagna di formazione e informazione, suddivisa in tre livelli e destinata ad informare tecnici, manager e politici. Spieghiamo cosa sono le fonti energetiche alternative e rinnovabili, come si utilizzano e quali possibilità offrono?. I corsi sono diffusi in diversi paesi tra cui l’Albania, la Serbia, la Bosnia-Erzegovina, la Croazia, la Bulgaria, la Russia, la Polonia, la Slovacchia, la Moldova, la Turchia, l’Uzbekistan, lo Yemen, l’Indonesia, la Cina, l’Oman, l’Iran, il Marocco, la Tunisia, la Palestina, Paesi per i quali questo rappresenta un primo approccio con fonti energetiche come biomasse e biogas, eolico, fotovoltaico, idrogeno. ”In Italia – prosegue Dottorini – abbiamo una buona cultura di base, tutti sanno cosa siano l’eolico o l’energia idroelettrica, ma ci sono Paesi, come quelli balcanici o arabi, dove il divario culturale fa si’ che pochissime persone, abbiano mai sentito parlare di queste risorse. Noi cerchiamo – ha dunque concluso – di rimediare a questo gap con lezioni che possono essere seguite direttamente dal Paese di residenza ed anche essere registrate e riutilizzate.


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