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Insegnare il lavoro al rione Sanit

L'economia civile si fa strada: la Banca Etica e il Centro di Solidarietà sono un punto di riferimento

di Redazione

Impresa civile. Ormai anche Napoli si può giocare questa carta. Sono almeno due i territori fertili per mettere in orbita un nuovo modello di coniugare business e socialità: la Compagnia delle Opere e la neonata filiale di Banca Etica. La prima è un cappello sotto cui si muovono 1.600 associati, cento dei quali targati non profit. «Finanziario, internazionalizzazione con lo sguardo fisso sul Mediterraneo e formazione d?impresa», sono questi i tre assi lungo i quali ci muoviamo, spiega Felice Siciliano ingegnere quarantenne, con un passato alla Philips di Aquisgrana in Germania, e una casa e una moglie alla Sanità. «Il fatto che io e molti dei miei 13 collaboratori abbiamo scelto di vivere nel centro storico vuole essere un segno tangibile della nostra presenza sul territorio». Tanto profit, ma il vero fiore all?occhiello della CdO napoletana si chiama Centro di Solidarietà. In fondo a via Duomo, sulla soglia della Sanità, questa realtà è diventata il punto di riferimento degli abitanti del quartiere e non solo. Oltre al doposcuola per i ragazzi, un consultorio e la sede del Banco alimentare per le famiglie indigenti. «Qui dentro, con un volontario ogni due ragazzi (in tutto sono oltre un centinaio), non insegniamo un mestiere, ma un metodo di approccio al lavoro», dice Siciliano. Un patrimonio che fa la differenza fra l?occupazione e la miseria. «Quando, attraverso la nostra rete, mandiamo uno di questi giovani in azienda, a Napoli, ma anche al Nord, loro rispondono in modo positivo. Riescono a sobbarcarsi responsabilità professionali che nessuno dei ragazzi cresciuti in strada sarebbe in grado di sostenere». Fondamentale anche la stampella che la nascita di Banca Etica a Napoli, la prima in Meridione, ha lanciato a tutto il terzo settore campano. Il direttore Giuseppe Sottile guida una task force di tre persone. Attualmente vanta un portafoglio crediti di 11 milioni di euro e una raccolta di risparmio che si attesta sui 3,8 milioni di euro, con un tasso di insolvenza dello 0%». I nostri clienti sono per lo più cooperative sociali, mentre le associazioni di volontariato rappresentano solo il 20% dei nostri contatti», spiega Sottile. L?attività più importante di Banca Etica rimane la liquidazione dei crediti che le realtà del terzo settore vantano nei confronti del pubblico, in particolare il Comune di Napoli. Infatti Palazzo San Giacomo ogni anno accumula debiti nei confronti degli operatori sociali convenzionati per 70-80 milioni di euro. «Noi provvediamo ad anticipare queste somme ai nostri clienti, in modo che possano comunque proseguire l?attività». Agli enti non rimane che pagare i tassi di interesse? «In realtà abbiamo stipulato un accordo in base al quale il Comune si accolla il 90% del costo del prestito».


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