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In palestra il doping mostra i muscoli

Le Forze dell’ordine lanciano l’sos: il 31% dei frequentatori usa medicinali vietati. Con gravi rischi per la salute. Ma il mito del bel corpo ormai è entrato anche a scuola

di Redazione

Corticostiroidi, betabloccanti, RSR13, ormone della crescita o Gh, insulina, eritropoietina o Epo, steroidi anabolizzanti. È questa la squadra del cuore della maggior parte dei frequentatori di palestre in Italia. In base alle indagini di Nas, Polizia e Guardia di Finanza, in Italia più di 600mila persone assumono sostanze dopanti. Nelle palestre è allarme rosso. Secondo gli inquirenti si va da un minimo di 2 a un massimo di 60 persone su 100, con una media del 31% rispetto al totale dei frequentatori. Farmacisti fai da te «Il grosso del mercato nero delle sostanze vietate per doping», afferma Renzo Ferrante, maresciallo del Nas Carabinieri di Firenze, titolare insieme al luogotenente Enrico Ostili dell?inchiesta Oil for drug, «è assorbito dal giro delle palestre. Altro che calciatori e ciclisti!». «Può capitare», continua Ferrante, «che all?interno delle inchieste sulle palestre vengano a galla personaggi di altri sport che si riforniscono al mercato nero dei Paesi dell?Est Europa e dell?Estremo Oriente». Difficilmente però troveremo lo sport d?élite invischiato in inchieste di questo tipo «essenzialmente perché non si fidano della provenienza dei farmaci». Come invece fanno gli sportivi meno noti. Secondo Luigi Di Luigi, dell?Unità di Endocrinologia del Dipartimento di Scienze del movimento umano e dello sport, presso l?Istituto universitario di Scienze motorie di Roma, l?uso di sostanze dopanti è «pericolosissimo in particolare per i più giovani: dopo 6-7 mesi di assunzione, infatti, sono osservabili alterazioni del liquido seminale. Se il soggetto è in età adolescenziale si può andare dall?ipotrofia testicolare al blocco del corretto sviluppo». Ma sono molti quelli disposti a correre il rischio: «Oltre il 60% di chi si dopa lo fa con steroidi anabolizzanti che possono provocare infarto al miocardio, trombosi, aggravamento di tic nervosi, psicosi, stati maniaco-depressivi, aumento dell?aggressività, euforia, depressione, nausea e vomito, sintomi d?astinenza». «Il doping nelle palestre», interviene Thomas Vezzosi, fondatore dell?associazione sportiva X-Planet di Pisa, palestra impegnata nella tutela della salute e del benessere psicofisico, «esiste da sempre». «È un fenomeno di natura estetica», spiega, «chi è del settore se ne accorge subito: non si può diventare un body builder senza doparsi. Esiste in questo senso, lo dicono i testi universitari, un rapporto psicologico stretto tra culturismo e bassa statura, come se gli uomini cercassero di sopperire a quel gap con un fisico super». Grossi e impossibili Sul versante repressivo, il magistrato Pierluigi Vigna da tempo auspica che le indagini siano affidate alle direzioni distrettuali antimafia, che al momento ne sono interessate solo per il 4,3% del totale. «Individuare una palestra sospetta? Sin troppo facile», ribadisce Ferrante, che proprio nelle palestre ha iniziato la sua attività. «Basta calcolare la percentuale di ?grossi?, poiché è fisiologicamente impossibile ?gonfiarsi? a dismisura senza anabolizzanti». «Sarebbe opportuno», continua, «prevedere strumenti legislativi idonei. Faccio un esempio: se il gestore di un esercizio pubblico agevola lo spaccio o l?assunzione di stupefacenti, il locale può essere chiuso. Dovrebbe accadere la stessa cosa per le palestre». Ma è anche una questione culturale. Una ricerca del Coni e del Comune di Roma rivela che, su 12mila studenti delle scuole medie inferiori, il 7% dei ragazzi assume integratori proteici alla creatina e agli aminoacidi ramificati a rischio cancerogeno. Perché? Per avere un corpo il più vicino possibile ai modelli dominanti. «Ribadisco», chiosa Vezzosi, «una palestra gestita da un professore di educazione fisica avrà un?etica professionale diversa da quelle gestite da ex culturisti e qui la legge non ci aiuta perché le licenze vengono date senza andare troppo per il sottile. Troppi allenatori non sanno di anatomia e fisiologia, e nelle palestre si va avanti con l?arte di arrangiarsi». Dosi da elefante Dalla palestra a chi si occupa di sicurezza – e vuole aumentare la propria massa muscolare -, il passo è breve. Un target totalmente fuori controllo medico. Non stupisce quindi che siano sempre di più le inchieste che coinvolgono medici compiacenti. Senza dimenticare che nel 19% dei sequestri di farmaci e sostanze dopanti, sono contemporaneamente rintracciati anche stupefacenti. «Molti non sanno», conclude Vezzosi, «che la creatina è già prodotta dal nostro corpo ed è per questo sconsigliata una grammatura superiore ai 2/3 del fabbisogno giornaliero. Buste da un grammo vanno più che bene, invece girano dosi da 10 a 20 grammi il giorno con effetti collaterali a livello epatico, renale e di ritenzione idrica».


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