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Lombardia – Indicazioni per i Piani di Formazione del personale dei servizi sociali e sociosanitari (BUR 22/1/2007 n. 4)

di Redazione

Gli orientamenti della Regione Lombardia, espressi anche nel recente Piano Socio Sanitario 2007-2009 (PSSR), nonché nel Documento di Programmazione Economico Finanziaria 2007-2009, individuano la formazione degli operatori quale leva strategica per la sostenibilità del sistema dei servizi e per sviluppare la capacità del sistema stesso di rispondere in modo appropriato al bisogno di salute e di benessere della popolazione. Già la verifica delle indicazioni date alle Province per i Piani di Formazione anno 2006, ha consentito di identificare un comune interesse di Regione e Province per le azioni di accompagnamento e sostegno ai processi di cambiamento attraverso la formazione/aggiornamento; pertanto, anche per il 2007, la D.G. Famiglia e Solidarietà Sociale, all’interno delle proprie competenze, intende proporre alcuni temi di attenzione da porre al centro degli interventi rivolti dalla Province agli operatori in servizio. Il 2006 è stato un anno nel quale sono maturati e sono stati portati a compimento atti ed eventi destinati a riflettersi in modo significato sul sistema dei servizi e degli interventi: – l’approvazione del Piano Socio Sanitario 2007-2009; – la definizione degli indirizzi e delle linee guida per l’organizzazione e il funzionamento delle ASL, ed in particolare del Dipartimento ASSI (Circ. n. 23 del 27 luglio 2006 e Delib.G.R. n. 8/3848 del 20 dicembre 2006 «Definizione degli obiettivi aziendali di interesse regionale e dei risultati attesi dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie Locali per l’anno 2007 – nonché della modalità di valutazione del loro raggiungimento. Approvazione linee di indirizzo per i piani di organizzazione e funzionamento aziendali, relativamente al Dipartimento ASSI»; – l’avvio della secondo triennalità dei Piani di Zona e il confronto, per la prima volta, degli ambiti con un sistema di programmazione e gestione del budget che assegna responsabilità ed autonomia agli enti locali. Accanto alla realizzazione di questi temi di rilevanza strategica, è continuata l’attività di monitoraggio di processi che solo a livello temporale si possono considerare «consolidati», ma che in realtà richiedono ancora attenzione e affinamenti. In particolare, si ritiene che debbano essere ripresi e sostenuti interventi in grado di supportare il passaggio di alcune competenze professionali dal «saper prendere in carico» al saper progettare gli interventi e accompagnare la persona verso l’utilizzo di servizi non erogati direttamente, così come si ritiene non debba abbassarsi l’attenzione rispetto agli effetti, sul sistema degli operatori, della progressiva dismissione delle deleghe da parte delle ASL in materia di tutela minori. È in questo quadro di cambiamenti e riflessioni che si inserisce l’individuazione delle priorità di intervento formativo per il prossimo anno e, di conseguenza, delle priorità di utilizzo delle risorse regionali che verranno assegnate – secondo le modalità consolidate – entro i primi mesi del 2007. Le priorità delle iniziative di formazione/aggiornamento Alla luce di quanto descritto in premessa, sono individuati tre filoni di interesse prioritario: 1. approfondimento di temi a rilevanza giuridico-istituzionale; 2. percorsi formativi per sostenere i processi di sviluppo del sistema di welfare locale»: a) progettazione sociale; b) il case management e il case manager; 3. sviluppo di competenze e professionalità: a) la tutela minori: percorsi di presa in carico del minore e della sua famiglia e i rapporti con l’autorità giudiziaria; b) gli operatori con funzioni socio-educative: sostegno al ruolo e alle competenze del personale in servizio non in possesso di laurea specifica; c) i responsabili/coordinatori dei nidi famiglia. 1. Approfondimento di temi a rilevanza giuridico-istituzionale Si evidenzia la necessità di sviluppare momenti formativi che forniscano ai partecipanti una adeguata preparazione e aggiornamento rispetto al tema delle trasformazioni legislative e amministrative che interessano le politiche sociali e sociosanitarie. In particolare, si ritiene opportuna l’attivazione di percorsi che consentano una adeguata informazione rispetto ai contenuti del Piano Socio Sanitario 2007-2009 e della normativa regionale relativa alle ASL ed in particolare al Dipartimento ASSI. Inoltre, considerato l’alto numero di quesiti che pervengono alla Regione in ordine agli oneri per minori inseriti in strutture residenziali ed in affido familiare, si invita ad attivare percorsi formativi di conoscenza e approfondimento rispetto ai contenuti della Circ. n. 42 del 17 dicembre 2003, nonché della L.R. n. 34/2004 «Politiche regionali per i minori», in particolar modo per quanto riguarda l’art. 4 («compiti dell’ente locale»). In un’ottica più generale, si evidenzia l’opportunità di sviluppare anche interventi formativi diretti ad approfondire il tema degli effetti delle riforme costituzionali sulla politica dei servizi, a partire da una adeguata conoscenza della normativa nazionale in materia (riforma Titolo V della Costituzione; il federalismo; la sussidiarietà verticale ed orizzontale) che consentano di meglio inquadrare le azioni riferite al Piani di Zona in un quadro di sistema. L’organizzazione dell’offerta formativa dovrà consentire sia la conoscenza della normativa, sia sviluppare le capacità di lettura dei riflessi operativi ed organizzativi nei contesti locali. È opportuno che tali interventi siano rivolti principalmente a: – responsabili e tecnici degli Uffici di Piano e degli Ente Capofila; – responsabili e tecnici ASL coinvolti nei processi di pianificazione e programmazione (in particolare del Dipartimento ASSI). È indicato il coinvolgimento parziale o totale degli amministratori locali nel percorsi formativi che verranno individuati. 2. Percorsi formativi per sostenere i processi di sviluppo del sistema di welfare locale A fianco del supporto offerto dalla conoscenza della normativa, è necessario sviluppare percorsi di formazione atti a implementare e, in alcuni casi, a ri-orientare la professionalità degli operatori nel nuovo sistema del servizi. Rispetto a tale area, si declinano i seguenti ambiti di intervento prioritario: – Progettazione sociale In un sistema in forte evoluzione, per i professionisti del sociale è indispensabile acquisire gli strumenti necessari a sviluppare pratiche innovative, orientate al lavoro di rete, all’empowerment e alle relazioni di comunità. Dopo i primi anni di programmazione locale attraverso i PdZ, è dunque necessario rileggere le tappe percorse e codificare le metodologie utilizzate per sistematizzare il percorso di sviluppo e razionalizzare le risorse. In particolare, si ritiene che percorsi formativi aventi ad oggetto la progettazione sociale possano sviluppare: – temi relativi a metodi e tecniche di programmazione e gestione del Pdz, con attenzione agli aspetti di razionalizzazione delle risorse; – temi relativi alla capacità di costruire «rete locale» (con riferimento a soggetti, interazioni, flussi finanziari, strumenti di connessione interistituzionale). Attenzione particolare è da rivolgere, in tale ambito, al tema dell’integrazione sociosanitaria; – temi relativi a metodi e tecniche per la realizzazione di progetti sul territorio (bandi, finanziamenti…), in considerazione del passaggio di competenze in materia di «leggi di settore» a rilievo sociale dalle ASL ai PdZ; – temi relativi al fund raising e alle tecniche di accesso ai fondi (dove trovare i finanziamenti e come coniugare le esigenze); – temi relativi alla verifica e valutazione della programmazione dalla cultura del «risultato» alla cultura degli «effetti». I destinatari degli interventi sono da individuarsi preferibilmente tra i soggetti che, a vario titolo, si occupano di programmazione sociale e soggetti del terzo settore. Si invita a privilegiare una organizzazione del corso che già a livello di composizione del gruppo di partecipanti possa trasformare l’intervento formativo in una occasione di confronto. – Il case management e il case manager Nei servizi sociali e socio-sanitari si stanno diffondendo nuove tipologie di accesso alle prestazioni, primo fra tutti lo strumento del voucher. Al crescere di nuovi modelli di risposta ai bisogni, occorre implementare la diffusione di metodologie di lavoro basate sul case management; pertanto si ritiene di dover proporre anche per quest’anno un percorso formativo teso a fornire indicazioni relativamente ai principali strumenti a supporto del case management; all’analisi del ruolo e della professionalità del case manager; al modello delle competenze applicato al case manager (identificazione delle conoscenze e delle capacità di comportamento professionale ed organizzativo). 3. Sviluppo delle competenze e delle professionalità a) La tutela minori: percorsi di presa in carico del minore e della sua famiglia e i rapporti con l’autorità giudiziaria Il processo di dismissione da parte delle ASL delle funzioni «delegate», in particolare per quanto riguarda il tema della tutela minori, ha implicato l’assunzione da parte dei Comuni, non solo della piena titolarità, ma anche dell’esercizio effettivo delle prese in carico e gestione dei «casi», con le relative conseguenze di carattere professionale ed istituzionale. Si valuta necessario attivare iniziative formative mirate ad affrontare il tema degli interventi posti in essere dell’Autorità Giudiziaria nell’interesse del minore, sviluppando in particolare il tema delle competenze e del ruolo dei servizi connessi alla valutazione e al sostegno delle relazione familiari. I riscontri di questo ultimo anno hanno evidenziato la necessità di sviluppare in modo particolare: – gli aspetti conoscitivi relativamente al processo di tutela dei minori, in materia civile e penale; – le varie fasi dell’intervento: dalla segnalazione, all’indagine, al sostegno e all’esecuzione di un decreto; – gli interventi in caso di maltrattamento fisico e psicologico; – gli interventi in caso di abuso sessuale. b) Gli operatori con funzioni-socio educative: sostegno al ruolo e alle competenze del personale in servizio non in possesso di laurea specifica Le delibere regionali in materia di autorizzazioni al funzionamento e accreditamento dei servizi sociali per minori e per disabili non prevedono la laurea come unico requisito per l’accesso alle funzioni educative e i dati rilevati sul personale in servizio mostrano, di fatto, una consistente presenza di operatori non laureati. Al fine di meglio sostenere la professionalità di tale personale, si ritiene opportuno offrire opportunità formative tese ad approfondire, a seconda dello specifico contesto di lavoro, temi che possano rafforzare: – la capacità di riconoscere il sistema dei servizi e lavorare in rete (conoscenza delle politiche sociali per la famiglia, conoscere la normativa di riferimento per lo specifico servizio); – la capacità di lavorare in équipe; – la conoscenza di metodologie e organizzazione del lavoro; – la conoscenza e capacità di utilizzo di strumenti di documentazione e rendicontazione delle attività del servizio; – le capacità di programmare e valutare gli interventi. Tale intervento dovrebbe rivolgersi in particolare ad operatori di servizi sociali per la prima infanzia (nidi, micronidi e centri per la prima infanzia), comunità educative, comunità familiari, alloggi per l’autonomia, servizi sociali per persone disabili (comunità di accoglienza residenziale; centri socio-educativi). c) I responsabili/coordinatori dei nidi famiglia La Delib.G.R. n. 7/20943 del 2005 inserisce i nidi famiglia tra le unità di offerta rivolte alla prima infanzia che possono richiedere l’accreditamento. Al fine dell’accreditamento è previsto l’individuazione di un responsabile/coordinatore (scelto anche tra le famiglie) con partecipazione a iniziative di formazione/aggiornamento specifiche comprese tra 50 e 100 ore. Considerata l’ampia diffusione dei nidi famiglia sul territorio (l’ultima rilevazione indicava più di 400 nidi famiglia attivi in Lombardia), si è valutata l’opportunità di includere, in via sperimentale, tali soggetti nel piani di formazione/aggiornamento provinciali, con l’obiettivo di sostenere in particolare le seguenti abilità/conoscenze: – saper organizzare gli spazi del nido famiglia (allestimento e uso degli spazi); – saper dare indicazioni rispetto alla sicurezza in ambito domestico (norme e accorgimento), assicurando che le stesse vengano rispettate; – avere conoscenze in ordine alla responsabilità civile e penale, nonché all’assetto assicurativo; – avere competenze relative all’educazione e alla cura del bambino in relazione con le famiglie al fine di supportare le fasi di inserimento del bambino e l’organizzazione della giornata tipo; – saper organizzare il piano annuale della formazione/aggiornamento degli addetti con funzioni educative; – conoscenza del debito informativo verso le istituzioni e capacità di tenere la documentazione organizzativa. Le risorse regionali per i piani di formazione/aggiornamento Anche per il 2007 è previsto il mantenimento del volume di risorse assegnate negli scorsi anni attraverso un riparto che prevede ancora una assegnazione per quota capitaria. Gli interventi indicati come prioritari nell’ambito della formazione/aggiornamento per il 2007 possono essere realizzati anche come progetti formativi concordati con gli Enti interessati e finanziati con altri canali di finanziamento, quali leggi di settore o legge n. 328/2000. Ancora una volta, ciò che preme rimarcare, al di là dei canali di finanziamento che verranno utilizzati, è il raggiungimento degli obiettivi formativi e l’importanza della programmazione degli interventi in una logica di addizionalità delle risorse. Il monitoraggio degli interventi e gli strumenti di rilevazione Come per gli altri anni, si richiede che entro il 31 gennaio 2007 pervengano le schede di consuntivo 2006 e preventivo 2007, utilizzando gli appositi file opportunamente trasmessi alla Province.


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