Famiglia & Minori

Fao: un terzo degli aiuti alimentari va sprecato

Il dato emerge dal Rapporto Annuale ''The state of food ad agriculture 2006''

di Gabriella Meroni

Una delle principali leve dell’intervento umanitario, l’aiuto alimentare, non arriva a destinazione. Nel Rapporto Annuale ”The state of food ad agriculture 2006” (SOFA) illustrato alla stampa questa mattina a Roma alla presenza del direttore generale Jacques Diouf, la FAO, organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha denunciato che quasi un terzo del budget mondiale destinato agli aiuti, circa 600 milioni di dollari, viene speso negli stessi Paesi donatori e non raggiunge mai i beneficiari. Anzi, siccome oltre un quarto delle derrate si riversa sui mercati locali, ”puo’ destabilizzare il mercato locale e mettere a repentaglio la capacita’ di recupero dei sistemi alimentari locali – spiega l’agenzia Onu – specialmente quando arrivano nel momento sbagliato o alle persone sbagliate”. Il volume totale degli aiuti alimentari internazionali si aggira annualmente intorno a 10 milioni di tonnellate l’anno, destinati a circa 200 milioni di persone, con un costo annuo stimato nell’ordine di 2 miliardi di dollari. Il cattivo impiego degli aiuti, che spesso in passato i movimenti – da ultimo nel controvertice alla ministeriale Wto di Hong Kong del 2005 e nello Special Forum Fao a 5 anni dal Vertice di Roma – le ong avevano denunciato come forma di concorrenza sleale e di terminale per le eccedenze alimentari di grandi Paesi produttori come Usa, Giappone e, di recente, anche la Cina. Un altro problema, secondo la FAO, e’ che gli aiuti possono ”dirottare le esportazioni commerciali, una delle questioni piu’ controverse dei negoziati multilaterali sul commercio di Doha” in corso in ambito Wto e interrottisi lo scorso anno. Il SOFA 2006 ammette che gli aiuti sono spesso indispensabile, ma si chiede ”se questo enorme sforzo non arrechi talvolta piu’ danni che vantaggi”.


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