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Droga e carcere, un esperienza

Progettare un futuro senza droghe è lo slogan scelto dal ministero della Salute per parlare di una prevenzione delle dipendenze che punti sulla centralità della persona ...

di Ornella Favero

Progettare un futuro senza droghe è lo slogan scelto dal ministero della Salute per parlare di una prevenzione delle dipendenze che punti sulla centralità della persona, sulla libertà ma insieme sulla responsabilità verso la propria salute. Ma chi sta in carcere per reati legati alla sua tossicodipendenza invita a essere realisti e non dimenticare quanto è tortuosa la strada per liberarsi delle sostanze, e propone piuttosto di «progettare un futuro di convivenza con le persone in difficoltà». Nella sua testimonianza su L?oblò, il giornale del reparto ?La nave? di San Vittore, <b>Enrico Callegari</b>, tossicodipendente, racconta: «Farsi era bello, tutto qui. Per questo mi ha fregato. Sin dalla prima volta che mi sono iniettato una dose d?eroina ho detto tra me e me: questa è una droga che userò per tutta la vita. Eh sì, è stato troppo bello e forse è per questo che mi sono fregato, succede proprio così: se la prima volta che fumi, ti fai o sniffi ti piace subito, stai tranquillo che per molti anni della tua vita quella cosa ti accompagnerà ovunque andrai. Non è stato per niente facile smettere. Non lo so quante volte ho cercato di smettere con l?eroina, e il giorno dopo ricominciavo di nuovo, tanto che a un certo punto rinunciai perché era diventata una cosa naturale come l?aria che respiravo».

Qui Bologna

A Bologna, riparte <i>Caro amico ti scrivo</i>, gestito dagli insegnanti della scuola dell?Istituto penale minorile, che coinvolge i ragazzi detenuti e dà valore alle loro testimonianze e alla loro voglia di comunicare, attraverso la scrittura, con i giovani ?fuori?, delle scuole superiori, l?Istituto comprensivo 1 di Bologna e l?Istituto Salvemini di Casalecchio. Il progetto prevede una corrispondenza fra queste due realtà, e poi anche diversi incontri per dare un volto ai reciproci interlocutori epistolari. Gli obiettivi sono chiari: da una parte, combattere gli stereotipi sul carcere, dall?altra dare ai ragazzi detenuti delle motivazioni nuove.


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