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Morir di privacy. il caso dei fallimenti immobiliari

L’invito è pervenuto a circa 300 giornalisti e testate, ma alla Sala stampa di Montecitorio non è venuto nessuno. I nostri dati non interessano i mass media...a cura di, Riccardo De Benedetti

di Redazione

Ho la casella di posta elettronica piena di mail dell?Ordine dei giornalisti. Parlano di privacy, delle ultime decisioni del Garante, delle polemiche tra testate giornalistiche e tra gli stessi giornalisti per la vicenda «vallettopoli». Ma se c?è una notizia in cui la privacy è pienamente rispettata, nel senso che nulla trapela e nulla si sa, e dovrebbe essere il contrario, è l?applicazione della legge che tutela gli acquirenti di immobili da costruire. Una legge pienamente in vigore dal 2005 e che, secondo i dati Assocond Conafi, è elusa dal 90% dalle imprese di costruzione che non la rispettano.

Abbiamo presentato i dati del rapporto, incontestabili perché basati sulla differenza tra i flussi di denaro versati al fondo di solidarietà previsto dalla legge per sanare le posizione pregresse delle vittime e i dati forniti dagli istituti di ricerca circa le nuove iniziative edilizie, in Parlamento, giovedì 15 marzo.

L?invito è pervenuto a circa 300 giornalisti e testate, ma alla Sala stampa di Montecitorio non è venuto nessuno. I nostri dati non interessano i mass media. I segnali di questo disinteresse sono tanti. A novembre scorso sette famiglie, vittime da dieci anni di un fallimento immobiliare, hanno distribuito volantini davanti alla sede dell?Istituto Sanpaolo in quei giorni in fusione con Banca Intesa, a Milano. Queste famiglie sono vessate dalle pretese dell?Istituto Sanpaolo; hanno da anni interamente pagato la loro casa; ci abitano ma l?istituto sta chiedendo loro di ripagarsela un?altra volta, per rientrare nel debito aperto a suo tempo dal Banco di Napoli che aveva finanziato l?impresa fallita. In questo caso la legge di procedura fallimentare è inesorabile. Non altrettanto il corso della 122. Quanti hanno parlato di queste famiglie e delle migliaia di altre in Italia? Pochi, il Tg3 Lombardia ma da Corriere e Repubblica, nulla neppure una riga. L?ultima volta che questo tipo di vicenda è comparsa sulle pagine del Corriere è stato quando nel 2004 li abbiamo pagati, tanto, comprando mezza pagina sulla quale abbiamo invitato il Senato ad affrettarsi nell?approvazione della legge.

Il 15 febbraio al tribunale di Bari va all?asta l?appartamento del signor Giustino. Ci abita da 12 anni. Lo ha già pagato e come lui altre decine di famiglie di Acquaviva delle Fonti. Il signor Giustino vi partecipa, ma per effetto del dlgs 122 non dovrebbe parteciparvi: il legislatore, infatti, ha previsto per lui il diritto di prelazione. Solo che al signor Giustino non gliel?hanno detto; non gliel?ha detto, forse, il suo stesso legale. Non lo sapevano gli sciacalli che si sono messi a rilanciare con questo signore anziano e cardiopatico. Il signor Giustino si aggiudica il proprio appartamento versando il doppio di quanto l?aveva già pagato; scende le scale del tribunale e muore. Nessuno ha scritto una riga al di fuori di alcuni giornali locali. Più privacy di così si muore.


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