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Banca Mondiale: Wolfowitz, “non mi dimetto”

Braccio di ferro tra il presidente della Banca Mondiale e i ministri dei paesi azionisti della Banca, "estremamente preoccupati"

di Redazione

Secondo quanto riferisce l’agenzia Reuters, “il Development committee, che riunisce i ministri dei paesi azionisti della Banca Mondiale, ha espresso ieri notte grande preoccupazione riguardo al caso Wolfowitz e ha chiesto al board di completare il suo lavoro di indagine sullo scandalo che ha colpito il presidente”.

Il presidente, però, ha ribattuto, in una tesa conferenza stampa, che intende rimanere per portare avanti i progressi iniziati dalla Banca sotto la sua amministrazione.

La preoccupazione è stata espressa dal Development committee in un comunicato pubblicato al termine del meeting che ha usato toni duri nei confronti del numero uno della World Bank.

“Dobbiamo assicurare che la Banca possa efficacemente portare avanti il suo mandato e mantenere la sua credibilità e reputazione, insieme a uno staff motivato” si legge nel comunicato emesso dai ministri.

“La situazione attuale è di grande preoccupazione per tutti noi” dicono ancora i ministri.

“Approviamo l’azione del board per esaminare questa situazione e gli abbiamo chiesto di completare il suo lavoro” ha detto il Development committee, sottolineando che la banca “deve aderire a stardard elevati di governance interna”.

“Questo è un lavoro importante e intendo proseguire” ha ribattuto Paul Wolfowitz, facendo riferimento ai progressi ottenuti della Banca nella lotta alla povertà in Africa e alla corruzione nei paesi in via di sviluppo.

Nella conferenza stampa dopo la pubblicazione del comunicato il presidente della Banca, visibilmente teso, ha evitato diverse domande sulle sue possibili dimissioni, affermando che “la questione è seria e che il board se ne sta occupando”.

Wolfowitz – che è sotto accusa per la promozione e l’aumento di salario accordato a una dipendente della Banca, Shaha Riza, con cui ha una relazione – ha risposto all’accusa di essere stato sfiduciato dai principali azionisti della Banca dicendo di aver avuto anche “numerose manifestazioni di stima”.

Gli europei sono stati tra i più critici nella discussione a porte chiuse su Wolfowitz, con Francia, Gran Bretagna, Germania e Paesi Bassi cparticolarmente preoccupati per la reputazione della Banca. La stessa associazione dei dipendenti della World Bank aveva chiesto nei giorni scorsi le dimissioni del presidente, ex vice segretario della Difesa Usa, uno dei principali artefici della strategia di guerra in Iraq.

La Casa Bianca e il Tesoro Usa hanno, invece, finora sostenuto il presidente della Banca. Nei giorni scorsi Wolfowitz si era pubblicamente scusato per la gestione del distaccamento della sua compagna al Dipartimento di Stato Usa dopo l’aumento di salario e l’avanzamento di cariera.


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