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Attivismo civico & Terzo settore

Sviluppo al servizio dei territori

E non viceversa. Che significa mettere a sistema , persone, conoscenze, imprese, creare fiducia di Valerio Luterotti, Uffici di direzione Federsolidariet

di Redazione

E politiche sociali negli ultimi anni hanno visto importanti riforme e il quadro emerso è estremamente articolato e profondamente disomogeneo. In termini relativi, il divario della qualità della vita tra regioni del Nord e del Sud è drasticamente aumentato. Le recenti analisi dei più importanti istituti di ricerca nazionali sono concordi nell?evidenziare che le condizioni di povertà nelle famiglie del Mezzogiorno sono aumentate così come sono aumentate nelle medesime aree la disoccupazione giovanile e femminile, accentuando il divario tra Nord e Sud.

Oggi nel Mezzogiorno abbiamo di fronte un problema di prospettiva. Tale problema coincide con una fase storica della vicenda meridionale che chiama in causa la politica e la cultura oltre all?economia e il sistema produttivo in generale. Il problema si chiama debolezza strutturale dei fattori sociali e culturali dello sviluppo. Vuol dire che si legge poco, che il senso civico della popolazione è ancora troppo scarso, che l?opinione pubblica è debole sul piano della critica e scarsamente vocata alla partecipazione collettiva. Mancano certamente gli spazi e i luoghi della partecipazione e insieme le capacità diffuse di usare i pochi strumenti della partecipazione disponibili.

La letteratura ?meridionalista? ha dimostrato che, da un punto di vista economico, lo Stato ha chiesto alle popolazioni del Sud molto di più di quanto ha dato. La redistribuzione è un nodo irrisolto della storia d?Italia. Ma non è il nodo principale. Basta ricordare che le risorse, anche ingenti, destinate al Mezzogiorno hanno prodotto poco in termini di effettivo impatto economico e di sviluppo. Il Mezzogiorno ha bisogno di permearsi di economia, usandola, partecipandola, rendendola terreno di democrazia e di responsabilità. E questo compete principalmente alla politica ed al protagonismo della società civile. La storia economica del Mezzogiorno ci segnala invece spesso il contrario: un?economia violenta e distante dalla gente, dai territori sociali, culturali, ambientali.

Occorre dunque un?economia al servizio dei territori e non il contrario. Al servizio non di un qualsiasi territorio, anonimo costrutto statistico o gelido bacino di utenza, ma di territori con le loro tracce storiche, culturali, antropologiche, ambientali. Territori che hanno una identità. Che si aprano sfere pubbliche di discussione e di legittimazione in ciascun campo specializzato di azione, nell?economia, come nella scienza nella cultura e nell?arte. E che la politica faccia da raccordo tra tali ambiti parziali, diventando in questo modo una sorta di circuito orizzontale che attraversa i diversi (e autonomi) sistemi esperti, in modo da metterli in una ragionevole e comprensibile dialettica tra loro. Occorrono quindi politiche e interventi capaci di mettere a sistema integrato e interdipendente territori, persone, conoscenze, imprese.

Occorrono in fondo sistemi di partecipazione, luoghi di relazione, spazi di fiducia. Manca uno sguardo competente e intenzionale sulle questioni del welfare, della cultura, dello sviluppo di ciò che Amartya Sen chiama le capacitazioni umane. Se si pensa che lo sviluppo è dato esclusivamente dagli indicatori della spesa e del consumo, dalla capacità contributiva dei cittadini e dal numero di automobili che circolano per le strade, ci illudiamo di rinforzare radici economiche su un terreno fragile e geologicamente instabile. Il nodo vero è nella libertà politica agita, nelle infrastrutture culturali e della libera circolazione delle conoscenze. Se vogliamo, nello sviluppo di una opinione pubblica moderna.

Ciò che sembra mancare è una democrazia capace di produrre fiducia. Al contrario abbiamo un sistema politico che spesso consuma fiducia. In questi ultimi anni la società civile ha, in qualche modo, affrontato questo nodo con esperienze di alleanze innovative e inedite. Nelle pagine che seguono sono presentate alcune esperienze importanti di percorsi di economia civile e sociale che hanno forse addirittura anticipato il tema della reciprocità tra Regioni e della sussidiarietà. Il progetto Policoro, ad esempio, che vede la società civile, le diocesi, la cooperazione sociale agire proprio in quest?ottica di reciprocità Nord – Sud. E ancora la Fondazione per il Sud che, a partire dall?accordo tra Acri e Forum del terzo settore, genererà progetti per l?infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno.

Oggi è il momento di rilanciare le politiche di sviluppo per il Mezzogiorno, con politiche strutturali, di lungo periodo, volte a modificare i paradigmi, le logiche e le abitudini delle dinamiche anche di potere nelle regioni meridionali. Le politiche si avvalgono delle risorse, ma lo sviluppo non si risolve né si esaurisce nelle risorse. Valerio LuterottiUffici di direzione Federsolidarietà


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