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Ma la notte s

Avete mai provato a passare una serata con don Benzi alla mega disco Paradiso di Rimini. E a fare quattro salti nella discoratorio di Melegnano...

di Redazione

Che notte è questa? Oratori che si trasformano in discoteche, educatori che presentano il Festivalbar dei giovani, consiglieri comunali che s?inventano la Notte Bianca della solidarietà, imberbi Maurizio Costanzo che occupano la piazza del paese per trasformarla in set da talk show, preti che vanno a ballare nei locali più trendy della riviera romagnola. Tutto rigorosamente by night. Per forza: è lì che si gioca la partita. «Quello è il momento in cui vai alle radici delle cose, fra le 2 e le 3 i ragazzi sono pronti a fare i discorsi più veri». Salvatore Regoli a Capranica, provincia di Viterbo, guida l?associazione Juppiter, cuore pulsante di Graffiti music, la carovana itinerante di sport, arte e musica ideata da Antonio Mazzi, che ogni anno accende le notti di migliaia di giovani in tutta Italia. «Graffiti è un vero sballo», spiega Regoli, «perché è questo che cercano i ragazzi». E, in effetti, chiunque il 26 maggio scorso si trovasse fra le 10mila persone che hanno affollato piazza Bonaria a Cagliari lo può testimoniare. A notte fonda, quando le luci ormai erano spente, c?erano ancora centinaia di ragazzi sul palco a cantare a cappella senza basi e senza strumenti. Niente da invidiare ai Vasco boys di Alba Chiara. «Solo che noi, a differenza del Festivalbar o di altre manifestazioni, non abbiamo nulla da vendere e i ragazzi invece di stare sotto il palco, se vogliono, ci stanno sopra».

Dove sono gli adulti?
Le tournée di Graffiti dunque nascono nel laboratorio laziale, dove le porte di Juppiter sono aperte tutto l?anno fino alle tre di notte. «E i nostri non sono i classici ragazzi dell?oratorio, quelli già salvi non ci interessano». Ci sono le sale prove e perfino la redazione della Voce, un trimestrale che l?associazione edita grazie a un gruppo di 20 giornalisti in erba, guidati dal direttore Pino Ciociola, inviato di Avvenire. Anche qui si tira fino a tardi. Ciociola convoca le riunioni di redazione non prima delle 23, quando esce dal giornale. Rubare la notte ai giovani non si può. Riempirla di contenuti, sì. Conclude Regoli: «Non capisco quei parroci, educatori, politici e genitori che sparano a zero sul sabato sera. I ragazzi sappiamo dove vanno; loro, invece, di notte, dove sono?».

Facilmente localizzabili saranno presto i Los Locos della Val Chiavenna, venti ?pazzi? fra i 17 e i 19 anni, cresciuti nel vivaio dell?associazione Tremenda XXL di don Gigi Pini, che stanno mettendo in piedi un progetto davvero crazy: girare per i paesi della vallata con tanto di seggiole al seguito per animare le notti paesane con discussioni pubbliche sui temi più caldi del momento. Una follia? Pini non è d?accordo: «Questi ce la fanno».

Un popolo di 4 milioni
Chi ha già messo fieno in cascina è invece don Emanuele Brusati che alle porte di Milano, Quartiano a due passi dalla barriera autostradale di Melegnano, ha da poco aperto la prima discoteca antisballo, regolarmente registrata al Silb-Fipe, l?associazione di categoria delle imprese di intrattenimento danzanti e di spettacolo, che riunisce 4mila locali notturni (2.527 le discoteche) lungo tutto lo Stivale. Si chiama M?Interessi e sorge su uno spazio di 1.100 metri quadrati. Ogni fine settimana registra 2mila ingressi. L?entrata è free, consumazione esclusa. «Ai maggiorenni non è proibito bere, ma certo qui dentro non si parla il linguaggio dell?alcol», spiega Brusati. Il piatto forte è quasi sempre la musica latinoamericana.

Sicuramente più ?martello? il sound che impazza nelle notti della Riviera romagnola. Dove si concentra lo zoccolo duro del popolo della notte: 3-4 milioni di giovani tra i 18 e i 35 anni che, secondo le stime Silb-Fipe, animano la vita dopo mezzanotte. «Nelle aree più calde, come questa, abbiamo lanciato la figura del ?guidatore designato? che, in cambio di una notte no alcool, non paga né l?entrata né le bevande analcoliche che consuma», rivela il vicepresidente del Silb-Fipe, Antonio Flamini. Lungo il litorale la vera sorpresa però è un?altra: una task force di giovani molto agguerriti. In nome del principio che se Maometto non va alla montagna è la montagna che va a Maometto, 20 ragazzi della Papa Giovanni XXIII improvvisano comparsate nei templi del divertimento. Il Paradiso o L?Altro Mondo Studios, per citare due ammiraglie dell?Adriatico. Dopo aver trascorso qualche ora in pista, con la complicità dei gestori si spengono luci e musica, e la parola va a don Oreste Benzi. «Nessuna predica, per carità», racconta Marinella Baldassari, responsabile Giovani dell?associazione, «per dieci minuti il don parla semplicemente di felicità, povertà, futuro». Finito il black out? «Si torna a ballare e noi ci intratteniamo coi giovani che vogliono approfondire la discussione».

Flop Notte Bianca solidale
Che dire infine della prima edizione della Notte Bianca della solidarietà nata per iniziativa del consigliere comunale Gianni Alemanno e celebrata a Roma, sindaco Walter Veltroni in testa, lo scorso 29 giugno? 318 organizzazioni non profit hanno provato a sfruttare il palcoscenico notturno (gli ultimi stand hanno smontato dopo le 2,30) per mettersi in vetrina di fronte ai circa 50mila visitatori. Numeri non straordinari. «Forse tenere un evento di questo tipo in un weekend di ponte non è stato proprio azzeccato», osserva Gerardo Mannoni, presidente della Fondazione Dopodinoi che ha curato l?organizzazione. Ma forse, occorre dirlo, è stata proprio la Notte Bianca della solidarietà a non comprendere a pieno come sintonizzarsi sulle corde della notte e dei suoi ragazzi. Per andarci d?accordo, la notte va capita.


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