Famiglia & Minori

Gli steward negli stadi, La palla a noi

Via la polizia. Gestione dell’ordine a personale appositamente formato. Per il presidente del Csi è una grande opportunità...

di Edio Costantini

Il prossimo campionato di calcio dovrebbe presentare la novità, voluta dal decreto Amato sulla sicurezza negli stadi, dell?affidamento a specifiche figure di addetti, gli steward, di alcuni compiti di controllo all?interno degli impianti. Le loro funzioni inizieranno ai cancelli di ingresso e proseguiranno sugli spalti, andando dal controllo dello stadio prima dell?apertura al pubblico, alle attività di prefiltraggio e filtraggio, al presidio dei varchi di accesso per verificare la validità dell?intestazione dei biglietti e per contrastare l?introduzione di oggetti o strumenti illeciti, alla vigilanza all?interno dell?impianto durante la gara.

L?idea di fondo che sta dietro alla novità è di tirar fuori la polizia da dentro gli stadi, sostituendola in alcuni compiti con personale civile selezionato e specificamente formato dalla società padrona di casa.

Il vantaggio sarebbe duplice: togliere nello stadio il contatto tra polizia e tifosi, che considerano le forze dell?ordine il ?nemico? immediato con cui prendersela quando qualcosa fila storto; lasciare la polizia al suo compito istituzionale, che è quello di badare all?ordine e alla sicurezza. La norma si attuerà in tutti gli stadi con più di 7.500 posti, con uno steward ogni 150/250 spettatori.

Servirà davvero? Ora, è più che possibile che questa novità valga a rasserenare l?atmosfera durante le partite di calcio, ma è difficile credere che costituisca un grande passo avanti nei confronti di quella che è la molla da cui si originano scontri e incidenti: la sostanziale mancanza di una cultura autentica dello sport, e quindi anche dello spettacolo sportivo come festa gioiosa e pacifica cui assistere con sereno rispetto.

Da questo punto di vista sarebbe stato bello se lo steward avesse avuto, oltre che i compiti ?burocratici? di cui si è detto, anche la funzione di intavolare un dialogo costruttivo con la frangia di pubblico presente nel settore di cui è responsabile. Insomma, se la sua figura mirasse anche ad essere una sorta di tutor in grado di far camminare in avanti, amichevolmente, un passo alla volta, la civiltà sportiva dei tifosi affidati alle sue cure. Con una funzione formativa, oltre che di controllo.


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