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Famiglia & Minori

Adozioni difficili: il Piemonte sostiene le famiglie fino ai 18 anni

L'ANFAA ci segnala che il Piemonte è l'unica regione che ha trasformato in "obbligo" la "possibilità" di un sostegno economico previsto dalla legge 149. Perché non estenderlo a tutte le regioni?

di Sara De Carli

Gentile redazione,
ho letto su Vita gli articoli in merito al le adozioni “difficili”. Vorrei segnalarle che la Regione Piemonte è l’unica ad aver approvato, su proposta dell’ANFAA, la Deliberazione della Giunta regionale n. 79-11035 del 17 novembre 2003 ?Approvazione linee d?indirizzo per lo sviluppo di una rete di servizi che garantisca livelli adeguati di intervento in materia di affidamenti familiari e di adozioni difficili di minori, in attuazione della l. 149/2001 ?diritto del minore ad una famiglia (modifica L. 184/83)?, in cui ha previsto che «gli Enti Gestori delle funzioni socio-assistenziali corrispondono ai genitori di minori italiani e stranieri adottati superiori a dodici anni e a quelli con handicap accertato un contributo economico, indipendentemente dal loro reddito, pari al rimborso spese corrisposto agli affidatari fino al raggiungimento della maggiore età dell?adottato. Nel medesimi casi, resta salva la facoltà per gli Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali di attivare, ai sensi dell?art.6, comma 8 L.184/83 e s.m.i., ulteriori interventi volti al sostegno della formazione e dell?inserimento sociale dei minori, nell?ambito dei progetti educativi dei minori stessi. Nel caso di minori adottati in condizioni particolari (gravi patologie, abusi, violenze subite), gli Enti Gestori possono prevedere l?estensione delle provvidenze di cui sopra anche al di fuori delle fattispecie individuate e regolamentate dall?Amministrazione Regionale, nell?ambito dello specifico progetto d?intervento dei suddetti minori».

Nella relazione di apertura della Conferenza della Famiglia promossa dal Ministro Bindi del maggio scorso a Firenze, Giulia De Marco, presidente del tribunale per i minorenni di Torino, aprendo i lavori della Sessione ?La famiglia che accoglie? ha segnalato la difficoltà a trovare famiglie che adottino bambini portatori di handicap e grandicelli, rilevando anche però al riguardo che ?è necessario certamente sensibilizzare maggiormente le famiglie che aspirano all?adozione verso i bisogni di questi bambini ma non si può prescindere dal dato di realtà costituito dal maggiore impegno che essi richiedono. Vanno quindi previste per le famiglie che danno la loro disponibilità alla loro adozione specifiche forme di sostegno fino alla maggiore età, sia di carattere economico che in termini di servizi. L?art. 6 della legge m. 149/01 lo prevede come possibilità; io penso che debba diventare un obbligo (?) Se ripetiamo a noi stessi e agli altri che la genitorialità adottiva è diversa da quella biologica, se pensiamo e crediamo nella necessità di una giusta motivazione, di un?adeguata preparazione prima e di un sostegno per il post l?adozione, non dobbiamo aver paura di richiedere per le adozioni difficili interventi di aiuto a lungo termine. Non si tratta di privilegiare le famiglie adottive; si tratta di consentire a bambini particolarmente sfortunati di essere accolti in una famiglia che va sostenuta nella sua scelta di generosità».


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