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Attivismo civico & Terzo settore

La madre di tutte le battaglie culturali

Settembre, si riparte. Con il carico di speranze tipico di ogni ripresa. Ma c'è una battaglia che oggi ci sembra più urgente delle altre. In anteprima l'editoriale di VITA Magazine, in edicola!

di Riccardo Bonacina

Cari lettori, quando questo numero sarà nelle vostre mani, più o meno tutti avrete ripreso le vostre abituali attività, negli uffici, nelle sedi delle associazioni, nella pubblica amministrazione, nelle scuole e sui posti di lavoro in Italia o in giro per il mondo. Si riparte con una Finanziaria alle porte, i lavori in corso nel centrosinistra per la nascita di un nuovo partito e, nel centrodestra, le lotte e le designazioni per la successione del suo padre e padrone. Si riparte con il carico di attese e di speranze tipico di ogni ripresa, con la voglia di ridare battaglia sui temi a noi più cari: un 5 per mille senza trucchi e senza tetti, una politica sociale con un di più di sussidiarietà e con meno fondi statali da distribuire tardi e male, un impegno per la cooperazione allo sviluppo che non tradisca le promesse, una politica seria per le famiglie e per i giovani, la possibilità di vera cittadinanza per i nuovi italiani. Ma c?è una battaglia che oggi ci sembra più urgente delle altre, ed è una battaglia culturale. C?è nel nostro Paese una sorta di avversione al bene. Lo si guarda, lo guardiamo, con fastidio, quasi con scandalo, come ad una cosa superflua, un accidente. Come se la pace nel mondo, la costruzione di un Paese più giusto e più umano non dipendesse ultimamente da noi, dal nostro essere un poco più buoni. In questi giorni si ricordano i dieci anni della scomparsa di Madre Teresa e nell?occasione sono state pubblicate alcune sue lettere che testimoniano le radici profonde, profondissime, della semplicità capace di bene che caratterizzava la piccola grande suora albanese. Dobbiamo difendere con forza la possibilità di bene senza cui nessun ?bene comune? è possibile. Il bene, come insegna Madre Teresa, non è mica questione statale, lo si scopre al fondo di se stessi e nell?incontro con gli altri. Proprio rileggendo le lettere del tormento interiore si potrà assaporare ancor di più la forza del suo Inno alla Vita che è tutt?altro che una banale immaginetta. «La vita è un?opportunità, coglila. La vita è bellezza, ammirala. La vita è beatitudine, assaporala. La vita è un sogno, fanne realtà. La vita è una sfida, affrontala. La vita è un dovere, compilo. La vita è un gioco, giocalo. La vita è preziosa, abbine cura. La vita è ricchezza, valorizzala. La vita è amore, vivilo. La vita è un mistero, scoprilo. La vita è promessa, adempila. La vita è tristezza, superala. La vita è un inno, cantalo. La vita è una lotta, accettala. La vita è un?avventura, rischiala». Una volta di più, le bellissime pagine di Yalla Italia che trovate in questo numero realizzate dalla redazione di ragazzi arabi di seconda generazione che collabora con noi già da qualche mese, raccontano quanto sia necessario il bene. Da loro ci arriva una bellissimo brano tratto da Le Memorie di Adriano di Margherite Yourcenar che vi giriamo: «Ogni ora di tregua era una vittoria, anche se precaria come tutte, ogni dissidio sanato creava un precedente, un pegno per l?avvenire. M?importava assai poco che l?accordo ottenuto fosse esteriore, imposto, probabilmente temporaneo; sapevo che il bene e il male sono questione di abitudine, che il temporaneo si prolunga, che le cose esterne penetrano all?interno, e che la maschera, a lungo andare, diventa il volto. Dato che l?odio, la malafede, il delirio hanno effetti durevoli non vedo perché non ne avrebbero avuti anche la franchezza, la giustizia, la benevolenza. A che valeva l?ordine alle frontiere se non riuscivo a convincere quel rigattiere ebreo e quel macellaio greco a vivere l?uno a fianco dell?altro tranquillamente?». Difendere la possibilità di bene, una battaglia in cui ci conforterà la compagnia di queste due grandi donne.

VITA in edicola L’altro 11.9.2001 I ragazzi arabi di seconda generazione della redazione di Yalla Italia raccontano come l’11 settembre cambiò le loro vite. A scuola, in famiglia, con gli amici. La paura, la voglia di spiegare cosa sia l’islam, il confronto nelle aule scolastiche, la convinzione di essere tra le vittime di quell’attentato. VITA Magazine in edicola: leggi il sommario completo! VITA Magazine in edicola: leggi il sommario completo!


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