Solidarietà & Volontariato

Prostituzione: il rapporto dell’Osservatorio

Fortemente critico don Benzi

di Gabriella Meroni

“Escludere la prostituzione da alcuni luoghi pubblici” come le aree abitualmente frequentate dai minori, i luoghi di culto e i luoghi di cura, non configurando la violazione come reato ma applicando una sanzione amministrativa pecuniaria sia alla prostituta che al cliente. E’ la linea d’azione che scaturisce dai lavori dell’Osservatorio sulla prostituzione e sui fenomeni delittuosi ad essa connessi. Nella convinzione che “solo politiche integrate piuttosto che ricette ‘monodose’ possono consentire di risolvere i problemi emergenti sul territorio” l’Osservatorio fa presente che la proibizione tout court della prostituzione “spingerebbe il fenomeno verso la clandestinita’ rendendo il lavoro delle forze di polizia,d delle istituzioni e delle associazioni ed enti di tutela piu’ difficile nella lotta contro la criminalita’ a favore delle vittime di sfruttamento”. Un rischio che “esiste anche con il divieto assoluto di prostituzione in strada. Il ‘riflusso al chiuso’ coinvolgerebbe anche tante persone deboli, svantaggiate, relegate in spazi ‘invisibili’ e, pertanto, piu’ isolate, ricattabili ed insicure”. La relazione dell’Osservatorio sulla prostituzione e’ stata illustrata al Viminale dal ministro dell’Interno Giuliano Amato e dal sottosegretario Marcella Lucidi. Tra le altre proposte, l’estensione dell’inescusabilita’ dell’error aetatis della vita, gia’ previsto per la violenza sessuale relativamente alla vittima minore di 14 anni, ai reati di schiavitu’, tratta, prostituzione minorile e sfruttamento sessuale commessa ai danni di minore”. Previste anche numerose misure di prevenzione come il divieto di accesso ai luoghi frequentati dai minori nei confronti delle persone che risultino pericolose per la loro integrita’ fisica o morale e l’introduzione della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa nei confronti di imputati per reati di prostituzione minorile o riduzione in schiavitu’ ai danni di minori. Le nuove misure, hanno spiegato Amato e Lucidi saranno contenute in un “autonomo ddl” separato dal cosiddetto ‘pacchetto sicurezza’. Per le violazioni dei divieti e’ quindi prevista “una sanzione amministrativa di competenza locale, esattamente come avviene per un divieto di sosta”, ha spiegato il ministro dell’Interno. “Non c’e’ la pena di morte o la deportazione, non viene previsto un reato in quanto tale. Ma e’ di grande importanza, per scoraggiare la domanda e punire il cliente, l’estensione dell’irrilevanza dell’errore per quanto riguarda l’eta’ della prostituta”. L’Osservatorio rileva tra l’altro che la legge Merlin propone “linee di azioni ancora utilizzabili nel contesto attuale” sotto i profilo della lotta allo sfruttamento e della tutela dei minori. Quello della prostituzione, ha osservato Marcella Lucidi, “e’ un fenomeno che rispecchia una realta’ poliedrica che va quindi indagata e approfondita in tutte le sue connessioni. Anche la risposta percio’ deve essere di tipo integrato”. L’Osservatorio, infatti, sottolinea che la prostituzione “non deve essere considerata un fattore da reprimere perche’ capace di influenzare negativamente la sicurezza pubblica, bensi’ un elemento complesso da gestire in un’ottica di sicurezza sociale”. Di qui le proposte che vanno a formare “un ‘pacchetto’ di interventi da promuovere sul territorio con la sinergia dei soggetti pubblici e privati”. Per quanto riguarda l’esercizio della prostituzione, nei luoghi dove “puo’ prodursi conflitto o tensione sociale occorre agire innanzitutto con una politica di mediazione attivando le competenze e la collaborazione di tutti i soggetti interessati, pubblici e privati, verso piu’ direzioni possibili”. Solo il fallimento di questa “azioni positive”, tra le quali “l’accompagnamento sociale delle prostituzione verso luoghi a minore impatto sociale”, puo’ portare alla fine l’ente locale a disporre rimedi come il divieti dell’esercizio della prostituzione in uno specifico contesto. Un intervento viene precisato che “non potrebbe mai giungere ad impedire surrettiziamente in via assoluta l’esercizio all’aperto della prostituzione” o “pregiudicare l’incolumita’ o la dignita’ delle persone che esercitano l’attivita’ di prostituzione”. Un documento “non utile, anzi dannoso” quello prodotto dall’Osservatorio sulla prostituzione e sui fenomeni delittuosi ad essa connessi, presentato oggi al Viminale. E’ l’opinione di don Oreste Benzi, fondatore della Comunita’ Giovanni XXIII. “E’ stato tradito l’obiettivo di liberare le ragazze, questo non e’ un fenomeno poliedrico ma univoco e tutto viene dall’induzione alla prostituzione nei paesi poveri”, ha sottolineato nel corso della conferenza di presentazione delle nuove misure proposte dall’Osservatorio. “Cosa e’ stato detto o fatto per liberare queste ragazze? Niente. C’e’ una legalizzazione strisciante, e’ grave che siano state tradite le 100 mila donne che si prostituiscono in Italia. Bisogna gettare via il documento e rifarlo tutto, ricominciando ad affrontare il fenomeno in maniera scientifica senza giocarci intorno”. il rischio, avverte, e’ quello di finire per “favorire clienti e magnaccia”. Di tutt’altro parere Lucio Babolin del coordinamento nazionale delle comunita’ di accoglienza. “Le associazioni che hanno contribuito al tavolo dell’Osservatorio -ha rilevato- si ritrovano nella relazione e nelle proposte avanzate”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA