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Scuola, quella generazione esentata dai debiti

Editoriale di Giuseppe Frangi

di Giuseppe Frangi

Dobbiamo dar atto al ministro Fioroni di una decisione coraggiosa: quella di reintrodurre gli esami di settembre. In realtà la formula ?esami di settembre? è inesatta ed è stata usata dall?opposizione guidata da Calderoli e da un ?movimentino? studentesco privo di idee per affondare il decreto del ministro. La proposta di Fioroni era più sfumata e prevedeva semplicemente per gli studenti che non abbiano raggiunto la sufficienza in una o più materie che il giudizio del consiglio di classe di fine anno venga sospeso. I ragazzi dovrebbero seguire i corsi di recupero estivi organizzati dalle stesse scuole e ai primi di settembre, dopo una prova, essere sottoposti nuovamente al giudizio del consiglio di classe chiamato a ?sciogliere la riserva?: promosso o bocciato. Evenienza, quella della bocciatura a settembre, che il decreto non citava esplicitamente.

Non è interessante farsi risucchiare dai bizantinismi della nostra politica che alla fine insabbieranno anche questo timido tentativo di restituire un po? di autorità a una scuola assediata (l?ordine del giorno del leghista Calderoli, dettato solo da demagogia antigovernativa, ha raccolto una larghissima maggioranza in Senato). È interessante soffermarsi sul merito di questa iniziativa. Fioroni sostiene che il mancato recupero dei debiti (800mila all?anno) danneggia soprattutto i figli delle famiglie meno abbienti, «perché i figli dei ricchi alla fine un lavoro lo trovano» anche se sono impreparati. Lo stesso non si può dire per quelli dei poveri, ulteriormente ?impoveriti? da una formazione scolastica svalutata di valore.

Il 36% degli studenti hanno chiuso lo scorso anno scolastico con un debito; una percentuale in costante crescita. Nel 2005 erano stati il 30%; nel 2003 il 26%.
Dati che evidenziano un fenomeno che è da irresponsabili non affrontare. La scuola sta sempre più perdendo il controllo dei ragazzi anche a livello formativo. La distribuzione a pioggia dei debiti è solo un sintomo di impotenza, perché si prende atto che i ragazzi non hanno seguito e studiato durante l?anno, e li si colpisce con uno strumento che i ragazzi stessi prendono ancor più sottogamba delle normali lezioni. Si tratta di debiti solo simbolici che hanno una contabilità fallimentare: nessuno è chiamato realmente a saldarli.

Nel confronto televisivo su Mtv, i rappresentanti degli studenti, sostenuti da un conduttore (Mario Adinolfi) scriteriato quanto o ancor più di Calderoli, hanno balbettato ragioni incomprensibili (frutto evidentemente di troppi debiti saldati solo di facciata?). Il ministro ha ribattuto con ragionamenti dettati dal solo buon senso: una verifica sui debiti è solo nell?interesse dei ragazzi, perché avrebbero a che fare con una scuola che si comporta seriamente nei loro confronti. Che si prende la responsabilità e la fatica di una verifica.
È del tutto retorico predicare contro fenomeni come il bullismo se ogni volta, appena si tenta di reintrodurre qualche timido principio di autorità, si finisce con l?accondiscendere, per inerzia, all?irresponsabilità di chi non accetta regole (adulti e ragazzi manipolati dagli adulti).


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