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Attivismo civico & Terzo settore

In piazza per il fisco e per la democrazia

Politiche sociali più sussidiarie e più decise. Via il tetto dal 5 per mille. Vita aderisce alla manifestazione del 27 novembre. In anteprima l'editoriale di VITA Magazine in edicola

di Riccardo Bonacina

Diciamolo subito, non era mai successo che il terzo settore protestasse davanti a Montecitorio. Una mobilitazione nazionale, prevista per martedì 27 novembre davanti a Montecitorio, per alzare la voce contro una Finanziaria che, ancora una volta, prende in giro cittadini e organizzazioni della società civile sul 5 per mille, e che delude sulle politiche sociali, di assistenza, di inclusione e di cooperazione. Il terzo settore era già sceso in piazza a dire il vero (quella volta la piazza era quella della Chiesa nuova a Roma), accadde il 28 ottobre 1994. «La solidarietà non è un lusso», era lo slogan che convocava una cinquantina di associazioni di volontariato e di cittadinanza attiva che da lì ad un paio d?anni avrebbero dato vita al Forum permanente del terzo settore. Ma si trattava allora di una manifestazione preventiva di fronte al ciclone liberal di Berlusconi che, da poco sceso in politica, aveva già conquistato il Palazzo (Chigi). Una manifestazione in cui una soggettività sino ad allora sommersa prendeva parola e chiedeva spazio nell?agorà pubblica per dire che la solidarietà era fattore di giustizia sociale, quella giustizia che alcuni sostenevano poter ottenere con una quota di ?compassione? benevola da parte dello Stato e del Mercato. La giustizia sociale, si sottolineava in quella piazza del 1994, non è frutto di concessioni, ma cosa che riguarda i cittadini stessi, il loro protagonismo, la loro voglia di costruzione sociale e di cittadinanza attiva. Lo Stato riconosca e favorisca questo impegno, lo faccia anche il Mercato se interessato a qualche forma, se non di partecipazione, almeno di consenso. La manifestazione del 27 novembre, tredici anni dopo, è una convocazione, ci si premetta la definizione, ?conclusiva?, giacché avviene dopo la stagione della sussidiarietà e il suo tramonto, dopo la stagione della concertazione (dal 1996 il terzo settore era stato riconosciuto come parte sociale) e il suo svanire dentro le trattative tutte interne al Palazzo. La mobilitazione del 27 novembre avviene dopo tutte le promesse di cambiamento del Governo di centrosinistra e dopo tutte le delusioni. Avviene, soprattutto con la coscienza che un ciclo politico sta per finire, per implosione interna e per il raggiunto limite di sopportazione da parte dei cittadini. La scena politica sembra rimettersi in gioco, ma sappiamo che il grave deficit di democrazia in questo Paese non sarà curato dalle iniziative di leadership nuove o riclicate, ma dalla capacità dei cittadini di riprendersi la scena, perciò l?associazionismo potrebbe oggi giocare il ruolo di ripristinare le caratteristiche chiave di un sistema democratico all?interno di una società complessa, prima che sia troppo tardi. Ossia, un governo limitato e la dispersione del potere in una società civile che si autoregola producendo le sue istituzioni autonome. Con questa coscienza anche Vita sarà in piazza insieme ai nostri lettori, alle associazioni che sostengono il progetto di questo giornale e ai 13mila firmatari della petizione sul 5 per mille ad oggi inascoltata. In piazza per il fisco e la democrazia. VITA Magazine in edicola: leggi il sommario completo!


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