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Il popolo del 5 per mille

Una ricerca Acli-Iref su un campione rappresentativo di mille contribuenti mette in luce il dna del popolo del 5 per mille. E l'approfondimento in edicola con VITA!

di Redazione

Un legame di prossimità con l’organizzazione benefica, fiducia nell’operato dell’ente o dell’associazione, solidarietà senza vincoli di bilancio, molta informazione, attivismo politico e sociale. E’ il dna del popolo del cinque per mille, raccontato dalle Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani (Acli) in uno studio Iref (l’Istituto di ricerca delle Acli) che nel mese di novembre, con il supporto della società di sondaggi Pragma, ha intervistato un campione rappresentativo di mille contribuenti che hanno devoluto quest’anno il loro 5 per mille, per sondarne motivazioni, opinioni e comportamenti, tracciarne un profilo e ricavare le ragioni di una scelta che secondo le Acli si rivela particolarmente “convinta e consapevole”. Quasi 15 milioni sono stati, secondo l’Agenzia delle Entrate, gli italiani che hanno scelto quest’anno di destinare il proprio 5 per mille alle organizzazioni sociali e di volontariato, agli enti di ricerca scientifica e sanitaria: il 56% di loro, secondo il sondaggio Iref, lo ha fatto perché “in questo modo scelgo io l’organizzazione più meritevole di essere finanziata”. Il 26% per “rendere più libere le associazioni e gli enti dai finanziamenti pubblici”. Solo il 17% perché “meno soldi prende lo Stato e meglio è”. Dall’analisi emerge poi in maniera forte un legame fiduciario e di prossimità con l’organizzazione benefica: il 73% degli intervistati ha indicato un’organizzazione specifica quando ha devoluto il 5 per mille. E lo ha fatto principalmente per la fiducia nell’operato dell’ente o dell’associazione (57%), in cui magari è coinvolto personalmente come volontario (16%). Oppure ha accolto il consiglio di un amico o parente (9%) o ha contato il fatto di aver ricevuto dalla stessa organizzazione un aiuto concreto (8%). Appaiono invece ininfluenti gli annunci televisivi (0,9%), gli articoli su quotidiani e periodici (0,8%), i suggerimenti del commercialista (2,2%), le e-mail promozionali (0,3%), le lettere e i volantini (0,5%). In sintesi, il ‘marketing sociale’ non sembra incidere più di tanto sulle opzioni dei contribuenti, che tengono soprattutto conto della credibilità dell’organizzazione: tra il cittadino e l’associazione si sviluppa una relazione di familiarità, anche per esperienza diretta. Le scelte degli intervistati coincidono sostanzialmente con quanto pubblicato nei giorni scorsi dall’Agenzia delle Entrate. Il 62% del campione dichiara di aver optato per un’organizzazione di ambito sociale (67% il dato per il Ministero), il 38% per un ente di ricerca scientifica o sanitaria (33% per le Entrate). Ed è una solidarietà che si vuole senza vincoli di bilancio: il 61% di chi ha scelto il 5 per mille, infatti, lo vuole “senza tetto”, senza cioè limitazioni di spesa. Per il 35% non si deve scendere sotto la soglia dei 400 milioni di euro conquistata nell’ultima Finanziaria. Solo il 4% sarebbe d’accordo con limitazioni inferiori al tetto dei 400 milioni. Interrogati anche su chi dovrebbe vigilare sull’utilizzo dei fondi, la maggioranza opta per un’agenzia indipendente (52%), il 37% risponde lo Stato, mentre per il 7% “non servono controlli”.

  • In edicola con VITA Magazine: I sei verdetti del 5 per mille I dati 2007. Una lettura delle scelte fatte dagli italiani sulla dichiarazione dei redditi Pioggia di emendamenti contro il tettuccio Finanziaria. Decine di proposte di modifica, da sinistra a destra Ma quel tetto è incostituzionale Una quasi ignorata sentenza della Consulta boccia il limite posto dal governo. E apre scenari nuovi L’abbiamo già speso. E dà frutti nel deserto Carlo Costalli (Mcl) racconta: il ricavato, ancora virtuale, del 5 per mille 2006 investito nei progetti di sviluppo del Cefa, in Marocco. Ecco come Sfonda quota 1 milione: “Gli italiani credono nella ricerca” Associazione italiana ricerca sul cancro. Intervista a Maurizio Savi. Il balzo in avanti: “I volontari hanno capito” Federazione Nazionale Auser. Intervista al presidente Michelangelo Mangano VITA Magazine in edicola: leggi il sommario completo!

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