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L’alternativa del Natale

«C’è sempre un’alternativa». Una formula semplice e immediata, che incrina fatalismo e prepotenza. L'editoriale di VITA Magazine, in edicola!

di Giuseppe Frangi

«Voglio far capire a quei bambini che c?è sempre un?alternativa». Parole ascoltate dal palco della grande festa per il Servizio civile, che si è tenuta a Napoli sabato 15 dicembre. A pronunciarle una ragazza in ?servizio? tra i bambini di Scampia. Parole che hanno colpito il ministro Ferrero che ha voluto riprenderle nel suo breve intervento finale. «C?è sempre un?alternativa». Una formula semplice e immediata, che incrina il fatalismo o la prepotenza, il cinismo o l?ipocondria. Applicata alla realtà di Napoli e di quell?angolo particolare di Napoli, ha un valore tutto particolare. Ma la formula vale per tutti, in ogni contesto e in ogni istante. Non ovviamente per dribblare i problemi, ma per affrontarli con la coscienza di poter vincere. Per questo quella formula vale ancor di più in questi giorni tutti particolari del Natale.

VITA Magazine in edicola: Onlus people

Infatti – perdonate l?esagerazione – ma la dinamica del Natale è descritta benissimo da quella formula. Sia che la si veda dalla parte degli uomini, sia che la si veda dalla parte di Dio. Vediamola dalla parte degli uomini: un lui e una lei in condizioni di estrema povertà, in rapporti molto chiacchierati per via di una misteriosa gravidanza di lei, passano la notte, che sarà poi quella del parto, da migranti in un rifugio di fortuna nel cuore della Palestina. Certo non era una bella situazione. Ma per quanto i resoconti siano scarsi, e per quanto si possa essere scettici sulla loro attendibilità, c?è la netta certezza – una certezza ?psicologica? – che quel lui e quella lei sapessero benissimo che non c?era affatto un tunnel davanti al loro destino. Che la miseria o la violenza del potere non avrebbero avuto l?ultima parola. La certezza di lui e di lei era appunto nell??alternativa? di Dio. Un Dio che sceglie i luoghi e le compagnie più inaspettate dagli uomini per farsi presente proprio agli uomini. Per farsi compagno di strada. Da qui una prima conclusione: se nella vita e nella realtà c?è sempre spazio per un?alternativa, forse è proprio grazie a quell?immenso e sempre crescente carico di positività che quell?alternativa in forma di bambino ha immesso duemila anni fa nella nostra storia. Ma c?è un altro punto di vista. Ed è quello, un po? ardito, di Dio. Il quale avrebbe potuto restare del tutto superiore alle beghe degli uomini e invece, per un disegno che nel linguaggio umano può essere reso solo dalla parola ?amore?, ha trovato addirittura un?alternativa per sé, scegliendo di farsi uomo. Evidentemente l?osservazione vale per chi crede. Ma il Natale porta ad osare e, per esempio, a chiedere a tutti che cosa di più grande ci sia, proprio dal punto di vista degli uomini, dell?idea di un Dio che sceglie di farsi così vero, così reale per rispondere ai bisogni e alle domande più profonde nel cuore degli uomini. Un Dio così non è più un?opzione intellettuale. Può essere solo una presenza. Certamente inimmaginabile: la più inimmaginabile delle alternative. Una presenza che non chiede precondizioni e che non ha preconcetti. Qualcuno ha scritto che Dio si offre come «una possibilità delicatissima». Ecco, questa è l?alternativa del Natale.

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