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Chi spara sulle regole

Calendari aperti in anticipo, specie protette inserite tra quelle cacciabili, direttive europee ignorate, nessuna pianificazione dei ripopolamenti (di Sara Fioravanti).

di Redazione

La questione della caccia in Italia che, come sappiamo, non è la principale causa di riduzione della biodiversità, è sempre oggetto di accesi dibattiti, sia per la modalità con cui vengono attuate la legge nazionale e le direttive comunitarie, sia per le dinamiche di carattere prettamente politico che si innescano ad ogni stagione venatoria. Oggi la questione caccia non va più vista sotto il principio di «caccia sì – caccia no» perché è un approccio che negli anni ha dimostrato solo di inasprire il conflitto sociale sulla materia e di non voler risolvere i limiti che la legge 157/1992 sulla caccia ha da sempre presentato.

Rispetto delle regole
In generale, infatti, la maggioranza di cacciatori, ambientalisti e agricoltori, che sono i principali attori, si trovano ad essere concordi sul fatto che la questione non può essere solamente etica, ma deve piuttosto essere considerata una questione di rispetto delle regole esistenti.Ed è proprio il rispetto delle regole, il principio sulla base del quale riteniamo si debba affrontare la questione della caccia in Italia. Va dunque rispettata la legge quadro sulla protezione della fauna selvatica e l?attività venatoria del 1992, vanno rispettate la direttiva Uccelli del 1979 e le convenzioni internazionali, va rispettata la direttiva Habitat del 1992 ed infine deve essere rispettato il recentissimo decreto ministeriale sulla gestione delle zone di protezione speciale (Zps) e la Rete Natura 2000, ovvero le principali normative di tutela della fauna la cui attuazione ha effetti diretti sulla gestione dell?attività venatoria.Ma così non è e, purtroppo, grande responsabilità è delle Regioni che approvano annualmente il calendario venatorio. Anche quest?anno, infatti, la stragrande maggioranza delle Regioni ha aperto la caccia in anticipo ai primi di settembre e spesso senza l?obbligatorio parere dell?Infs – Istituto nazionale fauna selvatica, causando non solo la violazione delle leggi di tutela, ma soprattutto gravissimi problemi di sopravvivenza ad animali già affaticati dagli incendi che durante la scorsa estate hanno colpito moltissime aree boscate e perfino aree protette, vere zone di rifugio degli animali selvatici. In più, nonostante le diverse procedure d?infrazione aperte a carico dell?Italia dall?Unione europea, le Regioni continuano ad aprire la caccia a specie protette di piccoli uccelli, senza rispettare le condizioni e i criteri Ue e senza aver mai effettuato un vero censimento delle specie.

Sos bracconaggio
Non è neanche davvero sotto controllo la situazione dei ripopolamenti e dell?immissione di specie cacciabili sul territorio, che si sta dimostrando un business per le amministrazioni ma un problema ecologico ancora incalcolabile. Tra tutti questi problemi resta poi il più grave, quello che se non controllato potrebbe davvero portare al reale declino di alcune specie, ovvero il bracconaggio effettuato nei confronti di specie super protette come l?orso, il lupo, l?aquila, ma anche su migliaia di esemplari di specie di uccelli protetti catturati e uccisi anche con strumenti illegali come le reti, in onore alla tradizionale pratica dell?uccellagione ancora esistente in alcune regioni italiane.Il bracconaggio, praticato anche nei parchi, è una vera emergenza nel nostro Paese che non trova al momento soluzioni definitive, sia per l?evidente difficoltà di vigilare su tutto il territorio con mezzi e risorse estremamente limitati, sia per la limitata sensibilità di chi non comprende che l?uccisione di un orso corrisponde ad un danno incalcolabile, e a volte irrecuperabile, al nostro patrimonio naturalistico.

Questione politica
In generale la caccia non è però solo una questione di rispetto delle regole, di legalità e illegalità, ma è anche una questione politica perché da sempre gli amministratori locali e perfino statali hanno ceduto alle pressioni dei cacciatori per ottenere l?approvazione di leggi o regolamenti regionali o provinciali contrari alle norme comunitarie e nazionali, nel ?rispetto? delle tradizioni venatorie locali. È dunque quanto mai importante che sia lo Stato e dunque il governo a chiedere il rispetto delle leggi e a non cedere alle pressioni estremiste che periodicamente vengono da alcune parti del mondo venatorio che da sempre chiedono un aumento di specie cacciabili, una stagione venatoria più lunga e la caccia nei parchi. Spetta poi al governo dare segnali forti contro il bracconaggio e le gravi forme di illegalità venatoria, e ne è un esempio il recente tavolo di confronto tra cacciatori, ambientalisti e agricoltori coordinato dal Corpo forestale dello Stato e volto a cercare l?impegno di tutti per combattere il fenomeno criminale.La caccia, ricordiamo, non è poi sempre un problema in sé ma viene utilizzata anche come espediente per chiedere la restrizione di norme di tutela in alcune aree protette. Per questo grande importanza ricopre oggi il recentissimo decreto ministeriale per la gestione dei siti protetti a livello comunitario facenti parte della Rete Natura 2000 (siti di importanza comunitaria e zone di protezione speciale), approvato dal ministero dell?Ambiente per rispondere ad una procedura d?infrazione comunitaria e che fissa criteri minimi di tutela a cui tutte le Regioni dovranno adeguarsi.La gestione della caccia, dunque, che come dice la legge può essere esercitata solo se non entra in contrasto con le esigenze di tutela della fauna selvatica, dipende ampiamente dalle decisioni politiche e amministrative ed è per questo che riteniamo sia doveroso il più grande impegno ad una buona gestione da parte delle Regioni e del governo. Solo una caccia gestita correttamente è oggigiorno accettabile. Perciò è di sicuro fondamentale che la politica sia responsabile e si occupi di indirizzare e vigilare costantemente affinché gli animali selvatici e la biodiversità siano tutelati nell?interesse nazionale ed internazionale.

Sara Fioravanti
Ufficio legale WWF Italia


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