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Psicoterapia gratuita: un forum

Si è svolto a Roma con la partecipazione di Luigi Cancrini, che ha scritto un pdl sull'argomento

di Redazione

Sta concludendo il suo iter alla Camera dei deputati la proposta di legge ?Cancrini? sulla possibilità di effettuare la psicoterapia in convenzione con il Servizio sanitario nazionale. Se fosse approvata, renderebbe accessibili le prestazioni psicoterapeutiche a tutti i cittadini che ne hanno bisogno. Ma la diatriba tra psicologi e psichiatri continua. E l?iter legislativo rischia di avere una battuta d’arresto. La conferma in un forum organizzato a Roma dall’Agenzia Dire sul tema “La psicodiagnosi e’ solo medica?”. “Tutti hanno diritto ad avere accesso a un percorso di psicoterapia, oggi ancora privilegio di pochi, come per esempio dei parlamentari o dei giornalisti che hanno il rimborso delle spese. Viceversa, anche un operaio deve poter fare psicoterapia gratuitamente”, ha detto lo psichiatra Luigi Cancrini. E il bisogno di psicoterapia oggi in Italia è davvero alto. Fenomeni come il bullismo, la pedofilia, la dipendenza da cocaina, non possono essere trattati farmacologicamente, necessitano di un percorso di psicoterapia”, sottolinea lo psichiatra. In Commissione si è verificato “un unico punto di dissenso, quello di chi sia più titolato a fare la diagnosi clinica che precede l’ingresso in psicoterapia. E i più titolati per fare la diagnosi clinica sono risultati lo psichiatra e il neuropsichiatria infantile”. La decisione, però, non è condivisa dagli psicologi. “Siamo d’accordo con le finalità della legge – ha detto Luigi Palma, presidente nazionale dell’Ordine degli psicologi-, ma la diagnosi per la psicoterapia è una competenza dello psicologo, così come prevedono i percorsi formativi universitari, coerentemente costruiti”. Ed è anche vero che ci sono molti disagi psicologici trattati come patologie di tipo organico”. D?accordo Federico Bianchi di Castelbianco, psicologo e psicoterapeuta. “Io, che opero sul campo, non posso impostare un percorso di psicoterapia senza aver fatto prima la diagnosi, oppure farlo sulla base di una diagnosi fatta da altri. Per esempio, fino a un anno e mezzo fa venivano diagnosticati, dai medici, casi di Adhd (sindrome da iperattività e deficit dell’attenzione) nel 4% dei bambini, percentuale ridotta adesso all’1%: e quell’oltre milione di minori diagnosticati prima e trattati con farmaci? Il problema della diagnosi differenziale non ha senso, perché non mi caricherei mai per un progetto terapeutico chi presenta una sintomatologia organica”.


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