Famiglia & Minori

Mario e i suoi fratelli: l’affido made in Balotelli Mamma Silvia e papà Franco hanno tre figli naturali e prima del calciatore hanno avuto altre esperienze di affido di Sara De Carli

protagonisti La famiglia aperta della stella del calcio

di Redazione

Non lo sapevamo, ma c’è anche Vita nella storia di Mario Balotelli Barwuah, la nuova stella del calcio italiano. Ci siamo come l’oratorio di Mompiano e il Lumezzane, con un tran tran quotidiano che ogni tanto però riserva le sue belle sorprese. «In tribunale a chiedere l’adozione mite per Mario ci siamo andati con un ritaglio di Vita, dove Franco Occhiogrosso presentava la sua esperienza a Bari», dice mamma Silvia. «Ma non ci hanno ascoltato», aggiunge. E si sente che è ancora delusa.
Ore 12.20 del lunedì post Inter-Empoli. Mario non ha giocato. Chiamo casa Balotelli, in quel di Concesio, e mi preparo alla solita battaglia dialettica del giornalista. Mamma Silvia mi spiazza con un’accoglienza festosa: «Leggiamo Vita da quando è nata, i miei figli si sono sempre interessati di sociale». Scopro che Corrado lavora nella cooperazione internazionale, Cristina fa la giornalista, Giovanni è responsabile di lupetti e coccinelle degli scout bresciani. Ma questa passione i tre l’han presa da mamma Silvia e papà Franco che di figli, oltre ai loro, ne hanno accolti quattro, tutti in affido. «Sono state esperienze molto belle», spiega la signora. «Sono rimasti un paio d’anni ciascuno. Poi è arrivato Mario».
Anche quello doveva essere un affido temporaneo. Lui aveva due anni, i genitori ghanesi – l’hanno scritto tutti – lo avevano di fatto abbandonato in ospedale a Palermo, con i medici a fargli da famiglia. Finché arriva il clan Balotelli, che apre le porte di casa a questo Mario dai capelli crespi. Doveva essere per due anni, la durata massima dell’affido in Italia, e sono diventati quindici. Poteva diventare un’adozione a un certo punto, nei desideri dei Balotelli, ma i genitori naturali ci sono e non hanno mai firmato l’autorizzazione all’adozione speciale. I giudici snobbano la proposta dell’adozione mite, una formula innovativa per i bambini che non sono ufficialmente adottabili, ma di fatto una famiglia non ce l’hanno; e non trovano di meglio che rinnovare l’affido sempre alla stessa famiglia, uno in fila all’altro, due anni per volta. È dubbiosa mamma Silvia: «Raccontare la nostra esperienza di genitori affidatari? Non so se saremmo dei buoni testimonial, con la struttura siamo anche un po’ arrabbiati».
Gireranno tanti soldi attorno a questo ragazzo d’oro, arriveranno tante proposte di pubblicità. Ma la sua faccia da testimonial Mario se l’è già giocata, insieme alla famiglia Balotelli: testimoni gratuiti dell’affido come opportunità.


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