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Droga, Ferrero all’Onu: «Abbiamo fallito»

L'intervento del ministro della Solidarietà sociale alla 51ma sessione della “Commissione delle Nazioni Unite sugli stupefacenti” tenutasi oggi a Vienna

di Redazione

Signor Presidente, Distinti Rappresentanti dei Paesi membri delle Nazioni Unite, Signore e Signori,

In vista della valutazione degli esiti della strategia decennale di lotta alla droga, mi associo alle dichiarazioni svolte dalla Presidenza slovena a nome dell’ Unione europea.
Ritengo di dover affermare in modo franco che i risultati raggiunti appaiono al di sotto delle aspettative. La realtà è che non siamo riusciti ad incidere in modo significativo né sui consumi né sulla produzione di droga: valga per tutti il caso afgano, dove purtroppo si è addirittura registrato un aumento del raccolto di papavero. A tale proposito, pur nella consapevolezza delle diffuse perplessità manifestate da vari Stati ? a cominciare dall?Afghanistan stesso ? mi sia consentito di ribadire la mia convinzione che non si debba abbandonare lo studio di processi volti a favorire l?acquisto a fini sanitari di parte della produzione di oppio.

Valutando dunque i risultati che sono stati definiti di ?contenimento?, è noto che il nostro obiettivo fosse ben più ambizioso. Osserviamo piuttosto come la domanda continui ad evolversi, adattandosi ai nuovi comportamenti sociali e il mercato si autoalimenti attraverso la diversificazione dell?offerta, che propone ai consumatori sostanze sempre nuove, talvolta a prezzi decrescenti. Questa constatazione dovrebbe farci riflettere sull?efficacia della nostra strategia di contrasto sul lato della offerta e quindi della produzione. Riguardo alle coltivazioni, la strategia di eradicazione forzata ha mostrato ampiamente i suoi limiti e dovrebbe a mio parere essere sostituita da interventi indirizzati a creare ovunque una forte separazione degli interessi dei contadini da quelli dei narcotrafficanti, ossia da programmi di sviluppo socio-economico delle aree interessate da tali produzioni, sostenuti da un maggior ruolo delle Organizzazioni Internazionali preposte alla conversione e al rilancio produttivo. Anche in questo quadro, ritengo sbagliato censurare l?uso tradizionale della foglia di coca che appartiene alla cultura di taluni paesi andini, in quanto reputo privo di fondamento qualsiasi paragone fra foglia di coca e cocaina. Foglia di coca e cocaina sono cose diverse e come tali vanno considerate, senza alcuna confusione.

Passando al lato della domanda, vorrei di nuovo ribadire che è l?evidenza dei dati reali a dimostrare che il carcere non ha rappresentato un deterrente efficace per chi fa uso di sostanze stupefacenti, senza contare le non infrequenti violazioni di diritti e libertà fondamentali di cui i tossicodipendenti sono vittime, come le detenzioni illegali o l?astinenza forzata in detenzione e nel corso dei trattamenti. I tossicodipendenti sono spesso marcatamente stigmatizzati in virtù di un approccio morale al problema, in base al quale essi non vengono considerati essere umani degni di attenzione, di aiuto e di cure.
Ritengo invece che al tossicodipendente non debbano mai essere negati i diritti che spettano a ogni altro essere umano e che occorra operare in primo luogo per rompere il legame esclusivo ? anzi la vera e propria dipendenza ? tra il consumatore e il suo fornitore, consentendo alle strutture pubbliche di intervenire con efficaci politiche di riduzione del danno e per attivare percorsi di prevenzione, educazione, assistenza psicologica e reinserimento sociale. Si tratta di un approccio che punta alla tutela delle vittime ma che rappresenta anche una garanzia per la salute e la sicurezza pubbliche. Troverei quindi francamente sbagliato oltre che incomprensibile proporre la chiusura di strutture che attuano efficaci azioni per la riduzione del danno e il cui scopo primario ? non dobbiamo dimenticarlo ? è la salvaguardia di vite umane.
Su questi temi, desidero anche far mio l’appello rivolto alle Nazioni Unite e a questa Commissione dai rappresentanti delle Società Nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa riuniti a Barcellona fra il 5 e il 7 marzo scorsi su invito della Croce Rossa spagnola e della Croce Rossa italiana. Nell’appello, il cui testo metto a disposizione delle Delegazioni qui presenti, si raccomanda fra le altre cose a questa Commissione di prendere in considerazione l’impegno delle 107 Società Nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, firmatarie del Rome Consensus per un approccio al problema della droga che si basi sul rispetto dei diritti umani, sulla prevenzione e su politiche di riduzione del danno.

L?attuale governo italiano uscente non ha avuto il tempo sufficiente per cambiare la legge sulla droga, né per modificare la normativa sulla pubblicità degli alcolici, come era nelle intenzioni. Siamo tuttavia riusciti a rendere legge il Piano d’azione nazionale sulle droghe, che contiene 66 progettazioni, molte delle quali innovative rispetto ai servizi ordinariamente erogati.

Nel redigere questo Piano d?Azione si è potuto beneficiare del dibattito e degli approfondimenti svoltisi in ambito Unione Europea riguardo al miglioramento degli indicatori di verifica, in modo che non si limitino ai soli aspetti quantitativi e siano in grado di tener conto del rapporto costo/efficacia delle diverse azioni.

In questo quadro riteniamo utile coinvolgere e valorizzare il ruolo della società civile, definendo momenti di consultazione e partecipazione, includendo, tra gli stakeholders, anche le persone che usano droghe.

L’ultimo concetto che ritengo di dover sottolineare concerne il delicato rapporto tra le azioni di contrasto alla droga ed i diritti umani. Si tratta di principi che non possono essere reinterpretati o risultare affievoliti nel contesto della lotta contro la droga.
E? necessario anche ricordare che molti Stati membri delle Nazioni Unite praticano ancora la pena di morte per i drug law offenders, e, in qualche caso, per il mero possesso di sostanze psicoattive illegali. L’Italia è stata fra i principali promotori della risoluzione dell?Assemblea Generale per una moratoria riguardo alla pena di morte: desidero rinnovare qui un appello in tal senso ai Paesi che non hanno ancora aderito a questa risoluzione.
Prima di concludere il mio intervento, desidero segnalare l?utile scambio di idee e di esperienze che proprio in questi giorni abbiamo potuto effettuare con i tecnici dell?UNODC ? e che mi auguro possa proseguire – al fine di valutare nuove metodologie per la definizione della reale disponibilità di cocaina sul mercato mondiale e di superare le approssimazioni che abbiamo riscontrato nella presentazione dei dati.

Nel ringraziarvi per l’attenzione riservatami, formulo a tutti voi i miei auguri di buon lavoro.


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