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Famiglia & Minori

Minori: 369 i fermi per sfruttamento prostituzione nel 2007

I numeri di una realtà in forte crescita e l'allarme dell'associaizone Giovanni XIII: "E' boom di baby-prostituti" maschi

di Redazione

Nel 2007 sono 369 le persone fermate per il reato di sfruttamento e favoreggiamento alla prostituzione minorile in Italia. Altre 251 sono state fermate per il reato di pornografia minorile mentre 254 per detenzione di materiale pedopornografico. Questi alcuni dei numeri che fotografano la devastante realtà della prostituzione minorile, che ormai anche in Italia rappresenta una grossa fetta del racket della prostituzione.
Per quanto riguarda lo sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile, nel primo semestre del 2007 sono state controllate in Italia 2.297 persone, mentre nel secondo semestre 2.128: in totale, i controlli hanno riguardato 4.425 persone. Dai controlli si è passati al fermo di 369 persone per sfruttamento e favoreggiamento alla prostituzione minorile. Invece, per il reato di pornografia minorile, sono state fermate 201 persone.
Per quanto riguarda il reato di detenzione di materiale pedopornografico, sono state fermate dagli investigatori ben 254 persone. Un dato proporzionalmente superiore a quello dello sfruttamento della prostituzione non minorile, con 1.796 persone fermate da gennaio a giugno del 2007 e 1.702, invece, nell’ultimo semestre dello stesso anno.
Intanto, è una delle assocaiizoni più attive nella prevenzione della baby prostituzione a lanciare l’allarme. “La prostituzione minorile – spiega Roberto Gerali, responsabile del problema prostituzione e tratta di esseri umani per l’associazione Giovanni XXIII, fondata da don Benzi – è un “dramma nel dramma”, una miseria che migliaia di ragazze e di ragazzi, molti dei quali ancora bambini, vivono quotidianamente”.
Bambini, perchè anagraficamente ancora lo sono, che arrivano soprattutto dall’Europa dell’Est, Romania, Moldavia, Bulgaria e Ungheria. Che spesso vengono addirittura prelevati in massa dagli orfanotrofi o venduti dai genitori, ceduti ad estranei per pochi spiccioli.
La prostituzione di minori provenienti dall’Est Europa è paragonabile all’ondata di ‘baby prostitute’ che arrivò in Italia negli anni Novanta dall’Albania, e che nel 2008 non riguarda più solo ed esclusivamente le bambine, ma anche i bambini. A scatenare il fenomeno dei ‘baby prostituti’ è la “povertà diffusa, il vivere in villaggi dove non esiste nulla che possa essere paragonabile alla civiltà, dove mancano proprio i beni di prima necessità: per capirci, parliamo di paesi che sono arretrati di circa 40 anni”, dice Gerali.
La realtà che vivono oggi questi bambini, di sesso maschile, provenienti dall’Est è “sostanzialmente molto simile a quella della prostituzione femminile. La maggior parte sono bambini di età tra i 13 e i 16 anni, che vengono portati via dai loro paesi diretti in Italia o in Germania e subiscono le stesse violenze che subiscono le bambine della loro stessa età”.
Solo in Lombardia nel 2007 si sono contati almeno 6000 ‘baby-prostituti’ che provenivano in gran parte dalla Romania. Un traffico che, ovviamente, è gestito dal racket della prostituzione che ha trovato, nei bambini, una nuova frontiera per arricchirsi. “Queste donne, queste bambine e questi ragazzini, non hanno nulla. Vivono nel terrore. Non hanno documenti, non conoscono la lingua e non hanno danaro – dice Gerali – Quello che guadagnano vanno a finire nelle tasche del racket. Anche quando noi dell’associazione Giovanni XXIII chiediamo loro di seguirci, di essere liberati dalla schiavitù, dalla strada, hanno paura. E’ un percorso lungo”.
E nel racket della prostituzione, infine, oltre alle donne e ai bambini, ci finiscono pure i nascituri: i bambini appena nati vengono prelevati dalle loro mamme, costrette a prostituirsi, e poi fatti sparire per essere rivenduti all’estero.


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