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Famiglia & Minori

Salute mentale: approvate le linee di indirizzo nazionali

Approvate in Conferenza Stato Regioni, il Ministero le presenterà giovedì 27 marzo

di Sara De Carli

La Conferenza Stato Regioni del 20 marzo ha approvato un’intesa per migliorare l’assistenza nel campo della salute mentale. «Ci si è posti l’obiettivo di dare nuovo impulso alle politiche di promozione della salute, di rafforzare gli interventi nell’ambito dell’età evolutiva e di favorire la precocità degli interventi e la collaborazione fra tutti i servizi che si occupano di salute mentale per una migliore presa in carico dei pazienti», spiega un comunicato del Ministero.
La presa in carico della salute mentale era al punto tre della top ten degli impegni presentati dal Ministro Livia Turco al suo debutto, il 27 giugno 2006. Il testo recitava: «Sarà questa una grande priorità di lavoro dei prossimi mesi, attraverso la predisposizione di un nuovo Progetto obiettivo per la salute mentale e lo svolgimento nel 2007 di una conferenza nazionale sulla salute mentale». Anche se in un’intervista Marco D’Alema – consigliere della Turco per la salute mentale – a ottobre 2006 ci diceva: «La conferenza nazionale sarà un po? dopo i tempi annunciati dal ministro, perché abbiamo voluto mettere in piedi un percorso di condivisione e partecipazione a livello di analisi e di progettazione: non sarà nel 2007 ma nella primavera del 2008. Immediatamente dopo ci sarà la stesura del piano obiettivo, che quindi dovrebbe essere pronto per giugno 2008».
Per il momento ci sono quindi le Linee di Indirizzo, che a trent’anni dalla legge Basaglia si propongono di fare una “puntualizzazione strategica” e di “rilanciare la cultura dei servizi”. Il documento prende atto di alcune preoccupazioni, a partire dai segnali di “arretramento rispetto ai livelli di deistituzionalizzazione”, il ricorso alla contenzione e all’obbligatorietà dei trattamenti; le differenze regionali nell’assistenza; la diffusione del disagio tra gli adolescenti.
Il DSM resta il perno del sistema, ma deve stringere le relazioni con i servizi per le dipendenze patologiche (doppia diagnosi), la cooperazione sociale (soprattutto in vista del reinserimento lavorativo), e acquisire più competenze nei confronti di un’utenza multietnica.

Scarica le Linee di Indirizzo.


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